
Anche l’FMI si preoccupa dell’Intelligenza Artificiale e die suoi impatti socioeconomici.
Il vicedirettore generale del Fondo Monetario Internazionale, Gita Gopinath, ha chiesto martedì la definizione di regole globali per evitare gli elevati costi sociali derivanti dalla massiccia perdita di posti di lavoro dovuta all’uso dell’intelligenza artificiale. «Quando si parla di IA, abbiamo bisogno di più di nuove regole», ha sottolineato la direttrice.
Secondo il FMI, non solo l’intelligenza artificiale rivoluzionerà i mercati del lavoro, ma lo farà in modo insospettabile e molto negativo, perché anche le posizioni altamente qualificate sono a rischio. Gopinath ha avvertito che non c’è alcuna garanzia che i benefici alla fine supereranno i costi e ha chiesto una serie di regole “veramente globali” per evitare tensioni sociali derivanti da massicce perdite di posti di lavoro.
In un discorso tenuto a Glasgow in occasione del 300° anniversario della nascita di Adam Smith, Gopinath ha affermato che l’IA potrebbe contribuire a invertire il rallentamento della crescita della produttività globale, automatizzando alcuni compiti cognitivi e dando origine a nuove funzioni a più alta produttività da far svolgere all’uomo. Ma questo potrebbe avere un costo significativo in termini di occupazione.
Oltre ai potenziali aumenti di produttività, Gopinath ha osservato che l’IA potrebbe “scuotere il mercato del lavoro in modi senza precedenti”, avvertendo che, dopo la recente perdita di posti di lavoro a media qualifica a causa dell’automazione, l’IA potrebbe influenzare le occupazioni e i settori in modo diverso rispetto alle precedenti ondate di automazione.
A questo proposito, ha ricordato che studi recenti suggeriscono che l’IA potrebbe ridurre la polarizzazione del mercato del lavoro, esercitando una pressione al ribasso sui salari per i posti di lavoro a più alta retribuzione, nonché appiattendo la struttura gerarchica delle aziende, aumentando il numero di lavoratori in posizioni junior e diminuendo il numero di quelli in posizioni dirigenziali medie e alte.
«Il numero di posti di lavoro interessati potrebbe essere schiacciante», ha dichiarato l’alto funzionario del FMI, per il quale non è possibile garantire che i guadagni dei vincitori siano sufficienti a compensare i perdenti. «È molto probabile che l’IA sostituisca semplicemente i posti di lavoro umani senza alcuno sforzo per creare nuovi posti di lavoro più produttivi per gli esseri umani», quindi, nonostante il potenziale dell’IA, ha esortato a considerare l’ampio effetto negativo che potrebbe avere sull’occupazione e lo sconvolgimento sociale che potrebbe causare, riporta MercoPress.
Parlando di Adam Smith, l’economista del FMI ha sostenuto che la “mano invisibile” da sola potrebbe non essere sufficiente a garantire ampi benefici alla società dall’introduzione dell’IA, per cui vede l’urgente necessità di regolamentazioni forti e intelligenti per garantire che questa innovazione sia sfruttata a beneficio della società.
«Quando si parla di IA, non bastano nuove regole. Dobbiamo riconoscere che potrebbe essere un gioco completamente nuovo e che richiederà un approccio completamente nuovo alle politiche pubbliche», ha affermato, aggiungendo che la proposta presentata dall’UE è un inizio incoraggiante.
A questo proposito, ha trovato “incoraggiante” che il G7 abbia formato un gruppo di lavoro per studiare l’IA. «Abbiamo bisogno di un insieme di regole veramente globale», ha difeso Gopinath, sottolineando che, data la velocità con cui la tecnologia avanza, il tempo è essenziale.
Lucia Giannini