INTELLIGENCE. La Nuova Zelanda rivendica la sua autonomia verso i Five Eyes sulla Cina

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Il membro più piccolo della più antica rete di d’intelligence del mondo, Five Eyes, preferisce un approccio più tradizionale verso la Cina, perché Wellington non vuole danneggiare le relazioni con Pechino.

La Nuova Zelanda, membro del club dell’intelligence esclusiva con Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia, è stata apertamente riluttante ad abbracciare la politica della sicurezza del blocco verso Pechino, mentre le tensioni sul commercio, la tecnologia e l’ideologia hanno reso assai tese le relazioni tra Cina e Occidente.

Wellington, riporta Scmp, sta affrontando una serie di contraccolpi per aver preso le distanze dai Five Eyes quando si tratta di Cina. Il 31 maggio, incalzato dai giornalisti australiani, il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern è esplosa: «Rifiuto direttamente e fortemente l’affermazione che la Nuova Zelanda stia facendo qualcosa di diverso dal prendere una posizione di principio sulle questioni dei diritti umani, sulle questioni commerciali che riguardano la Cina (…) in nessun punto delle nostre discussioni di oggi ho rilevato alcuna differenza nelle nostre posizioni relative sull’importanza di mantenere una prospettiva molto forte e di principio sulle questioni relative al commercio, sulle questioni relative ai diritti umani (…) Vedrete che l’Australia e la Nuova Zelanda si sono posizionate esattamente allo stesso posto su questi temi».

In una conferenza stampa congiunta a Queenstown, il primo Ministro australiano Scott Morrison ha detto di non avere “alcun dubbio” che alcuni «cercheranno di minare la sicurezza di Australia e Nuova Zelanda cercando di creare punti di differenza che non ci sono», facendo riferimento a Pechino. In seguito, i due hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che includeva preoccupazioni su Hong Kong, Xinjiang, il Mar Cinese Meridionale e la sicurezza nell’Indo-Pacifico.

Ad aprile, il ministro degli Esteri neozelandese Nanaia Mahuta ha detto che la Nuova Zelanda era “a disagio” con l’espansione del mandato dei Five Eyes, sottolineando che era «un quadro di sicurezza e intelligence» e non necessariamente una coalizione a sostegno dei diritti umani.

Quando il ministro degli Esteri australiano Marise Payne ha visitato Wellington, ha descritto il blocco come una «alleanza strategica vitale che è fondamentale, in particolare per i nostri interessi di sicurezza e di intelligence».

L’approccio diplomatico della Nuova Zelanda mostra una divergenza di opinioni sullo scopo dei Five Eyes, ma anche un desiderio di non danneggiare le relazioni con il suo più grande partner commerciale come hanno fatto gli altri membri.

Il commercio tra la Cina e la Nuova Zelanda ha superato la soglia dei 22,4 miliardi di dollari l’anno scorso, con i latticini come principale esportazione verso la Cina e i macchinari e le attrezzature elettriche come maggiore importazione. I due paesi si sono anche mossi per eliminare quasi tutte le tariffe commerciali tra loro dopo aver aggiornato il loro accordo bilaterale di libero scambio alla fine di gennaio. Al contrario, la tensione Cina-Australia è aumentata da quando Pechino ha sospeso il dialogo economico “a tempo indeterminato”.

Ad aprile, Ardern ha detto che i Five Eyes sono la «più importante partnership di sicurezza e di intelligence» della Nuova Zelanda, ma che ha anche una politica estera indipendente,  diversificando le sue relazioni commerciali dalla Cina, e anche se esprimere preoccupazioni su questioni globali dovrebbe essere fatto collettivamente, alcune «potrebbero non appartenere alla partnership dei Five Eyes».

Antonio Albanese