INTELLIGENCE. Il SIGINT cinese parla sempre più cubano

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La Cina ha recentemente potenziato la sua struttura di spionaggio a Cuba, aggiungendo ulteriore potenza di ascolto a una rete globale che minaccia sempre più di alterare l’equilibrio nucleare sottomarino e potenzialmente di innescare nuovi cicli di proliferazione nucleare.

Stando al Wall Street Journal , Cina e Cuba hanno costruito insieme una nuova struttura di addestramento per la raccolta di informazioni a Cuba, da dove i due alleati potrebbero potenzialmente e probabilmente cercare di intercettare le comunicazioni militari statunitensi, i segreti dell’industria tecnologica e le trasmissioni marittime, riporta AT.

Pechino così starebbe cercando di replicare le capacità di sorveglianza globale degli Stati Uniti e che Cuba potrebbe svolgere un ruolo cruciale in questo schema. Sia la Cina che gli Stati Uniti gestiscono già postazioni di ascolto in tutto il mondo come parte dei loro programmi Sigint.

A giugno 2023 , la Cina avrebbe concluso un accordo con Cuba per la costruzione di una nuova struttura militare in grado di effettuare intercettazioni elettroniche a un centinaio di chilometri dallo Stato meridionale degli Stati Uniti, la Florida. Cina e Cuba gestirebbero già congiuntamente quattro stazioni di intercettazione sull’isola.

Le strutture Sigint cinesi a Cuba potrebbero avere un apparato di rilevamento della direzione noto come “gabbia dell’elefante” o “wullenweber”, antenne giganti con 360 elementi in cerchio. Un dispositivo di questo tipo può tracciare l’attività marittima e che Cuba si trova in una posizione strategica per captare i segnali lungo la costa orientale degli Stati Uniti e triangolare la posizione dei sottomarini nucleari statunitensi in collaborazione con le strutture simili della Cina in tutto il mondo.

Oltre alla presunta base di spionaggio a Cuba, la Cina potrebbe gestire strutture simili nell’Oceano Indiano e nelle zone adiacenti al Mar Cinese Meridionale: sull’isola Great Coco del Myanmar e nella base navale Ream della Cambogia.

Si ritiene che la Cina voglia utilizzare Coco Island come punto di ascolto nell’Oceano Indiano, per ottenere un vantaggio strategico sulla Marina indiana nella raccolta di informazioni e nel posizionamento. Coco Island potrebbe anche servire come posizione difensiva avanzata per il porto di Kyaukpyu, finanziato da Pechino, capolinea marittimo del Corridoio economico Cina-Myanmar, Cmec, dallo Yunnan all’Oceano Indiano.

Il governo cambogiano ha annunciato mesi fa piani finanziati dalla Cina per la costruzione di un centro di difesa aerea e l’espansione di un sistema radar vicino alla base navale di Ream. Potrebbe essere la prima basse Sigint cinese all’estero nella regione indo-pacifica.

Antonio Albanese

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