INTELLIGENCE. I 100 giorni di Trump

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Nel centesimo giorno di mandato di Donald Trump, la direttrice dell’intelligence nazionale statunitense (DNI) Tulsi Gabbard ha evidenziato alcuni aspetti chiave del suo lavoro finora. In particolare, ha sottolineato il ruolo dei servizi segreti nella lotta all’immigrazione illegale e nel garantire la sicurezza del confine con il Messico. Ma un elemento chiave che il DNI non ha menzionato è stato il Director’s Initiative Group (DIG), una task force creata da Gabbard per “ripristinare la fiducia nella comunità dell’intelligence e impedire al governo di usare gli americani come armi”. Dietro le quinte, tuttavia, il DIG gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui Gabbard usa il suo potere a capo dell’intelligence statunitense.

Oltre alla sua dichiarazione di intenti basata su trasparenza ed efficienza, al DIG è stata data ampia discrezionalità nello svolgimento di altre attività a discrezione del DNI. Il capo dello staff di Gabbard, Joe Kent, ha chiarito l’ampio mandato del DIG in una risposta scritta alle domande del comitato e per l’intelligence del Senato. Il DIG sta attualmente conducendo una propria indagine sul presunto coinvolgimento di funzionari dell’intelligence nell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 da parte dei sostenitori di Trump. Kent ritiene imparziale la conclusione del Dipartimento di Giustizia del dicembre 2024, secondo cui nessun informatore dell’FBI ha incitato alla violenza. La Polizia Federale, guidata da Cash Patel, è una delle agenzie rappresentate nel DIG.

Ai membri del DIG, tutti in possesso del massimo livello di autorizzazione di sicurezza, è stato concesso l’accesso a tutti i sistemi e database della comunità di intelligence. La task force, ospitata presso la sede centrale dell’Office of the Director of National Intelligence (ODNI), non ha ancora raccomandato alcun provvedimento disciplinare, ha affermato Kent. Altri temi su cui il DIG intende indagare sono gli abusi commessi in passato dalla comunità dell’intelligence, tra cui le origini della pandemia di COVID-19 e la lotta contro la “sindrome dell’Avana”, una misteriosa malattia che ha colpito centinaia di dipendenti pubblici.

Alla domanda sulle attività del DIG e sui suoi membri, la portavoce del DNI Olivia Coleman ha risposto facendo riferimento a un’intervista con Gabbard su Fox News. Parlando con il conduttore Sean Hannity, il DNI ha affermato che la task force è composta da “alcuni degli ufficiali dei servizi segreti più talentuosi che amano il nostro Paese e che sono stati traditi dai leader del Paese che hanno sfruttato l’intelligence per servire i propri interessi politici o personali”.

Si prevede che l’inchiesta sull’attacco del 6 gennaio al Campidoglio durerà diversi mesi e porterà alla pubblicazione di un rapporto non classificato. Mentre l’amministrazione del presidente Joe Biden ha utilizzato la declassificazione come strumento diplomatico a sostegno della propria politica estera, le attività del DIG sottolineano l’intenzione dell’amministrazione Trump di utilizzare la trasparenza per scopi di politica interna.

La task force ha anche desecretato il piano strategico dell’amministrazione Biden per combattere il terrorismo interno. Si tratta di un’ulteriore prova del fatto che, secondo un osservatore esperto, la questione è passata in secondo piano tra le priorità di sicurezza dell’amministrazione Trump. Allo stesso tempo, il problema della “sovraclassificazione” è una lamentela ricorrente tra i funzionari dell’intelligence e negli ultimi anni sono state lanciate al Congresso diverse iniziative bipartisan per ridurre la quantità di informazioni classificate.

Il DIG è inoltre responsabile dell’elaborazione di raccomandazioni sulle funzioni della comunità di intelligence e sulla sua organizzazione. Analogamente al Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) di Elon Musk, la task force sta attualmente esaminando i bilanci per determinare quali ritiene siano spese inutili. Kent ha affermato che il DIG ha già individuato 25 milioni di dollari in acquisti di database commerciali duplicati. La task force stima inoltre che semplificando la gestione immobiliare dell’ODNI si potrebbero risparmiare 40 milioni di dollari all’anno.

Lucia Giannini 

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