INTELLIGENCE. Attaccata petroliera israeliana nel Golfo dell’Oman

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Ha assunto subito l’aspetto di una spy story quella dell’attacco ad una petroliera di un miliardario israeliano che è stata attaccata da un drone kamikaze nella notte tra martedì e mercoledì, a 240 chilometri dalla costa dell’Oman.

Secondo l’Associated Press, l’obiettivo era la Pacific Zircon, di proprietà della Eastern Pacific Shipping di Singapore. Il suo fondatore è il miliardario israeliano Idan Ofer.

La petroliera ha subito danni minori: secondo alcuni rapporti, c’è una falla nello scafo. L’equipaggio non è rimasto ferito e non c’è stata alcuna minaccia di fuoriuscita di petrolio. Nessuna organizzazione o persona ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.

I media israeliani hanno immediatamente dato la colpa all’Iran, affermando che è stato utilizzato un drone kamikaze Shahed-136 per colpire la nave. Anche Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente degli Stati Uniti, ha affermato che dietro l’attacco c’è sicuramente il governo di Teheran.

Non sono disponibili dettagli sul tipo di drone, ma è probabile secondo alcuni analisti militari che si tratti di un drone di superficie. Nel 2018, le forze della coalizione araba hanno intercettato una delle imbarcazioni a pilotaggio remoto cariche di esplosivo utilizzate dai militanti di Ansar Allah per attaccare le navi. Due anni fa, gli Houthi hanno utilizzato con successo un drone nel porto di Gedda, in Arabia Saudita. Nel dettaglio il 24 agosto, le forze della coalizione araba che combattono in Yemen contro Ansar Allah (cioè contro gli Houthi) hanno scoperto una barca con trappola esplosiva vicino al porto di Hodeidah. Sembra essere una delle “barche shahid” di fabbricazione iraniana, controllate a distanza, che gli Houthi usano per attaccare le navi nello stretto di Bab al-Mandeb.

A gennaio 2018, una fregata saudita della classe Al Madinah è stata attaccata da un’imbarcazione di questo tipo vicino a Hodeidah. Due marinai sauditi sono stati uccisi e tre feriti.

I funzionari iraniani non hanno reagito in alcun modo all’incidente. Allo stesso tempo, i canali vicini all’Iran hanno rilevato che l’attacco è stato effettuato a poco più di sette chilometri di distanza dall’Oman, il che differisce notevolmente dalle informazioni diffuse dai media occidentali dei 240 km dalle coste.

Secondo molti esperti occidentali, l’attacco alla nave cisterna israeliana è stata la risposta a un attacco a un convoglio di carburante ad Albu Kamal in Siria, di proprietà iraniana, in cui sono stati colpiti decine di veicoli e uccise più di 20 persone. Secondo gli account siriani oltre al petrolio il convoglio trasportava anche armi.

La leadership iraniana, che per lo più parla delle sue vittorie, anche minime, su Israele, tace su quanto accaduto. E la nave, nonostante i danni ha continuato lungo la sua rotta.

Lucia Giannini

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