
Uno scoop del Financial Times ha fatto sapere al mondo che la Cina ha iniziato a testare un nuovo sistema di armi ipersoniche: un missile ipersonico che può volare attraverso l’orbita terrestre bassa, prima di planare verso un obiettivo a cinque volte la velocità del suono, il tutto mentre potenzialmente conduce manovre evasive e regolazioni in discesa. Ma la situazione indiopacifica è molto più complessa.
Come riporta Wpr, tornando alla nuova arma ipersonica di Pechino, la Cina ha negato, sostenendo di aver semplicemente testato un veicolo spaziale riutilizzabile. A differenza dell’Europa, la Seconda guerra mondiale non è mai finita nel Pacifico occidentale, e questa parte del mondo sta entrando in una nuova fase di sviluppi politici e di sicurezza che porteranno grandi e nuovi rischi “tettonici”. Taiwan, dove le tensioni sono aumentate costantemente tra Pechino e Taipei, con implicazioni per gli alleati occidentali dell’isola, ne è il simbolo più evidente.
Ma per aiutare a capire l’ampiezza delle tensioni che si estendono ben oltre il confronto Cina-Taiwan, vanno visti anche altri scenari dove la corsa alle armi regna sovrana.
Il Giappone si è mosso per raddoppiare il suo obiettivo di spesa militare al 2% del suo bilancio, dal livello storico dell’1%. Simili livelli di spesa, finanzieranno una seria espansione delle capacità belliche del Giappone ufficialmente pacifista.
Vicino al Giappone, la Corea del Sud sta intraprendendo cambiamenti altrettanto drammatici alla sua postura di difesa.
Il mese scorso, ore dopo che la Corea del Nord ha annunciato il lancio di una nuova generazione di missili da crociera che Pyongyang dice che possono viaggiare molto più lontano ed essere lanciati da un treno, la Corea del Sud ha annunciato un nuovo grande sviluppo missilistico. Si tratta di un missile balistico lanciato da un sottomarino, capacità che solo pochi paesi possiedono. La Corea del Nord ha quindi annunciato di aver testato anch’essa un nuovo missile sottomarino. Pyongyang, come la Cina, sostiene di stare testando armi ipersoniche proprie.
La divisione tra la Corea del Nord e del Sud è, insieme a quella tra la Cina e Taiwan, la linea di faglia più esplosiva rimasta inespressa dopo le grandi guerre del XX secolo: la Seconda guerra mondiale e la Guerra di Corea.
Con la caduta del muro di Berlino e la successiva dissoluzione dell’impero sovietico, all’Europa non è rimasta alcuna divisione politica o geografica lontanamente paragonabile. Il driver geopolitico fondamentale in Asia, tuttavia, non è dato dagli sviluppi tra le potenze medie e minori della regione, ma dall’ascesa della Cina e dal graduale, relativo ridimensionamento della potenza degli Stati Uniti in quella parte del mondo.
I giorni in cui gli Stati Uniti erano potenza suprema nel Pacifico occidentale, sono completamente finiti. Se ora dovesse scoppiare un conflitto nella regione, c’è già una notevole probabilità che Pechino possa affondare le portaerei Usa, grazie agli investimenti in nuovi sistemi di armi che costano molto meno di una portaerei. Le sfide di sicurezza dell’Asia sono molto più complicate, però: l’introduzione diffusa di nuove capacità militari porta un caleidoscopio di nuovi rischi, la Guerra fredda era un gioco semplice a confronto.
In questo presente nuovo e incerto, con tutti che si armano di nuovo, conflitti inaspettati diventano immaginabili, a volte causati da incidenti, o alimentati dal fallimento generalizzato di risolvere animosità covate a lungo termine. Quando tutti si preparano alla guerra, anche alleati nominali come il Giappone e la Corea del Sud, paesi che condividono poca fiducia reciproca, potrebbero aprire le ostilità.
Questa è la nuova realtà del Pacifico occidentale, a cui si aggiungono le nuove armi come i missili ipersonici.
Tommaso Dal Passo