
La polizia indonesiana ha ucciso due uomini sospettati di aver dato alle fiamme una struttura di una stazione di polizia in un attacco terroristico dopo averlo attaccato usando archi e frecce. Stando a quanto riporta Channel News Asia, che cita fonti di polizia, tutti gli edifici principali della polizia nella Dharmasraya regency nella parte occidentale di Sumatra sono stati bruciati e rasi al suolo, in un attacco avvenuto il 12 novembre, in cui fortunatamente non risono state vittime.
La polizia del paese sta indagando sui legami tra l’incendio che ha devastato il posto di polizia e i due terroristi uccisi; sul corpo di uno dei due, inoltre, è stato rinvenuto un messaggio jihadista.
La polizia ha fatto sapere che i vigili del fuoco hanno trovato due uomini sospetti nei pressi del complesso in fiamme e hanno riferito alla polizia. I sospetti, poi, hanno cercato di colpire gli agenti di polizia intervenuti con archi e frecce e sono stati uccisi.
Gli edifici di polizia hanno costituito degli obiettivi principali per i militanti islamici in Indonesia per molti anni, a causa di una serie di operazioni antiterrorismo condotte contro i radicali islamici “autoctoni”.
Il Detachment 88, conosciuto localmente come Densus 88 (nella foto), è riuscito a eliminare o indebolire molte reti radicali. Ma la più grande nazione musulmana del mondo ha visto un recente rilancio nel radicalismo islamico, ispirato in gran parte dallo Stato islamico.
Sono così stati registrati una serie di attacchi su piccola scala sin dall’inizio del 2016 collegati allo Stato islamico, che si ritiene abbia migliaia di simpatizzanti in Indonesia.
Il capo di Stato Maggiore di Giacarta, alla metà di giugno, affermò che Daesh era presente in quasi tutte le province indonesiane, poiché il gruppo terroristico stava espandendo il suo punto di appoggio nel sud-est asiatico.
Il generale Gatot Nurmantyo disse infatti che esistevano una serie di cellule di Daesh «in quasi tutte le province (…) sono cellule dormienti che possono facilmente associarsi ad altre cellule radicali».
Tommaso dal Passo