L’India ha bisogno di più fondi per affrontare una crisi sanitaria che sta rapidamente diventando economica. Al 4 maggio, l’India ha registrato più di 46.000 casi e 1.566 decessi, con un numero di casi in aumento. Il mondo economico e bancario ha detto che se l’isolamento non verrà presto revocato, le morti per fame potrebbero superare rapidamente i decessi dovuti al virus.
L’India sta proponendo oggi un sostegno governativo di 25 miliardi di dollari alla sua economia colpita dal coronavirus. Le preoccupazioni di una calamità economica si sono aggravate nel fine settimana scorso, quando il governo del primo ministro Narendra Modi ha prolungato il blocco di Covid-19 per altre due settimane, rinviando la riapertura dal 4 al 17 maggio. Le aziende indiane sono già state chiuse per 41 giorni e lo rimarranno per almeno un’altra dozzina di giorni.
Stando a quanto riporta Asia Times, l’economia indiana stava rallentando prima della pandemia della Covid-19, con domanda interna e investimenti ridotti in una fase caratterizzata da demonetizzazione della valuta, lanciata nel 2016, e da una tassa sui beni e servizi inaugurata l’anno successivo. La manovrabilità fiscale del governo è stata resa più complessa dalla contrazione delle entrate causata dal Covid-19, come in molte altre economie. Il suo deficit fiscale, cioè la diminuzione delle entrate pubbliche rispetto alle spese, dovrebbe salire «a circa il 5,1% del Pil nel 2021», riporta un’analisi di Nomura dove si legge: «Con i bilanci degli stati messi insieme, il deficit fiscale consolidato si espanderà a circa il 9,5% al 10% del Pil».
Un deficit fiscale gonfiato potrebbe innescare un declassamento del rating del rischio di credito: «Un potenziale aumento del debito pubblico da circa il 70% del Pil a circa il 75% – 80% del Pil potrebbe eventualmente innescare una rivalutazione dei rating, in particolare per Moody’s», prosegue Nomura. Il prossimo stimolo fiscale del governo indiano potrebbe essere teso ad aiutare le piccole e medie imprese e di altri settori duramente colpiti come aviazione, alberghi, il turismo.
La Reserve Bank of India, Rbi, ha tagliato il suo tasso repo chiave di 75 punti base al 4,4%, con ulteriori tagli in arrivo; ha aperto linee di credito per garantire sufficiente liquidità alle banche, che, gravate da elevate sofferenze, rimangono caute nell’eventualità di un aumento dei crediti in sofferenza. Anche le possibilità di stampare più denaro, di imporre nuove tasse, di vendere obbligazioni ai locali e di raccogliere fondi dagli indiani non residenti sarebbero limitate.
La prevista vendita di titoli sovrani nel 2019 è stata messa da parte subito dopo essere stata messa in discussione da banchieri e altri investitori, a causa della debolezza delle finanze pubbliche indiane, delle banche in difficoltà e dei potenziali rischi di volatilità valutaria; una nuova tassa sui capitali sarebbe difficile da gestire in questo momento, con le imprese bloccate.
Secondo gli analisti della Rbi, la migliore opzione sarebbe che il governo raccolga fondi vendendo obbligazioni a privati e istituzioni locali, un rifugio per gli investitori locali che cercassero dei rifugi sicuri per i loro risparmi. Le banche con eccedenze di liquidità sarebbero un obiettivo primario per un’emissione di questo tipo.
Graziella Giangiulio