
I drammatici aumenti dei prezzi della benzina e del diesel hanno creato non pochi problemi agli indiani a disagio in questi ultimi mesi. I prezzi non sono aumentati per 11 giorni consecutivi a partire dal 16 settembre, ma ciò non ha portato alcun beneficio: a Delhi, il 18 settembre, la benzina costava 101,19 rupie al litro, mentre il diesel era a 88,62: a Mumbai, con i tassi di carburante più alti tra le quattro metropoli, la benzina era a 107,26 e il diesel a 96,19 rupie al litro, come riportato dalla Indian Oil. Dal 1990 fino al recente picco del 2021, i prezzi della benzina in India erano stato si molto inferiori.
Oltre l’80% della fornitura di petrolio greggio all’India proviene dalle importazioni da altri paesi. I principali fattori che influenzano i prezzi del carburante in India sono il costo del greggio, il costo del trasporto per l’importazione, le accise e l’imposta sul valore aggiunto applicate dal governo, i tassi di cambio rupia contro dollaro, il costo della lavorazione e la crescente domanda di benzina.
Mentre il governo accetta che l’aumento del prezzo del carburante ha causato disagi alla gente, sostiene che la pandemia ha avuto un forte impatto sulle finanze pubbliche e il governo sta risparmiando fondi per i programmi di welfare pubblico, riporta Global Voices.
Gli esperti fanno notare che, a parte le tendenze globali di aumento dei prezzi del carburante, il ripetuto aumento delle accise e di altre tasse da parte del governo ha portato alla continua curva ascendente dei prezzi della benzina. Le tasse sul diesel e sulla benzina sono aumentate sei volte dal 2013, aumentando il prezzo al dettaglio e gravando sugli utenti finali.
Dal lato della la domanda indiana di benzina occorre dire che sta crescendo esponenzialmente da alcuni decenni. La Petroleum Planning and Analysis Cell del ministero del Petrolio e del gas naturale ha previsto un aumento del 12,2% della domanda di petrolio nell’anno finanziario in corso 2021-22; Moody’s prevede un aumento del 14% nello stesso periodo. In entrambi i casi, il consumo è destinato ad aumentare, il che potrebbe costringere ad un aumento delle importazioni di petrolio greggio.
Se, da un lato, la crescente domanda di benzina è vista come un segno di un’economia in ripresa e rende l’India un mercato attraente, dall’altro, sta avendo un grave impatto sulle finanze della gente. Il partito di opposizione, l’Indian National Congress, ha tenuto una protesta nazionale di 10 giorni e una campagna di firme a giugno chiedendo una riduzione dei prezzi del carburante.
L’aumento dei prezzi della benzina, infatti, ha un impatto sui costi di trasporto di vari prodotti, che viene trasferito sul consumatore. Se la tendenza continua e i prezzi al dettaglio e del cibo salgono, la popolazione sarà gravemente colpita. La pandemia ha limitato il potere d’acquisto della gente.
Sulla scia dell’aumento dei prezzi, gli esperti fiscali e il Goods and Services Tax, Gst, del Council of India hanno riflettuto sulla possibilità di far rientrare la benzina nell’ambito della Gst. Includere la benzina e il diesel sotto la Gst significherà che una tassa uniforme è posta sul prezzo di base di questi prodotti in tutti gli stati invece di tasse separate applicate dal centro e dagli stati.
Secondo un recente sondaggio di LocalCircles, il 77% dei cittadini indiani vuole che benzina e diesel siano inclusi nella Gst. Tuttavia, durante la 45esima riunione del Consiglio Gst tenutasi a Lucknow il 17 settembre 2021, il ministro delle Finanze Nirmala Sitharaman ha detto che la benzina e il diesel non sarebbero stati inclusi. Sono fonte di numerose entrate per le autorità centrali e locali. Si fa strada l’idea che l’India dovrebbe incoraggiare alternative come la benzina miscelata con etanolo e i veicoli elettrici per affrontare l’impennata dei prezzi del carburante.
Luigi Medici