INDIA. Operazione Sindoor, ritorsione indiana contro il Pakistan per l’attacco terrorista a Pahalgam. Si rischia di aprire il terzo scenario militare in Oriente

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L’India nella tarda serata del 6 maggio ha lanciato l’Operazione Sindoor. Che in una Conferenza stampa del Governo dell’Unione indiana viene spiegata: “ è stata lanciata per rendere giustizia alle vittime dell’attacco di Pahalgam e alle loro famiglie”. Gli attacchi missilistici indiani sono durati circa 20-30 minuti. Hanno provocato 26, con altri 50 feriti. Secondo il Pakistan l’India avrebbe lanciato 24 attacchi aerei (non è chiaro se si parli di aerei o droni) in territorio pakistano ieri sera.

Alle 22:15 il Pakistan ha confermato che l’India ha lanciato attacchi missilistici balistici contro tre diversi obiettivi in ​​Pakistan. Nell’immediato si apprende che sono stati colpiti 5 diversi siti: “ Kotli, Ahmadpur Sharqia, Muzzafarbad, Bagh, Muridke”. A Muzaffarbad internet ha smesso subito di funzionare e l’area è rimasta isolata. L’India ha lanciato tre missili dal suo spazio aereo verso Bahawalpur, Kotli e Muzaffarabad e agli aerei non è stato permesso di entrare nel territorio pakistano, ha affermato un portavoce militare. 

Secondo l’esercito indiano: ”Abbiamo bombardato campi terroristici”, si tratta di nove siti. Secondo i pakistani si tratta di luoghi di aggregazione di civili. L’attacco missilistico a Bahawalpur, in modo particolare ha preso di mira una madrasa gestita da Jaish-e-Mohammed (un gruppo militante del Kashmir con sede in Pakistan). La madrasa è stata evacuata cinque giorni fa. Chiuso lo spazio aereo pakistano per 48 ore. Colpita anche la madrasa Masjid Tayyaba a Muridke, Punjab, Pakistan. Il giornalista di CNN e Samaa TV, Zahid Gishkori, riferisce che le moschee di Masood Azhar ad Ahmedpur Sharqiyya e Hafiz Saeed a Muridke sonos tate distrutte. Secondo Ahmed Sharif, portavoce militare pakistano: “L’India ha colpito e danneggiato la centrale idroelettrica di Neelum Jehlum nell’Azad Kashmir, la regione del Kashmir controllata dal Pakistan, durante l’attacco del 6 maggio sera”.

Nel giro di un’ora il Pakistan ha risposto all’India con un attacco missilistico di rappresaglia contro l’India, non solo si sono registrati pesanti scontri lungo la Linea di Controllo, in Kashmir. Si risvegliano che i gruppi separatisti e nella notte, un soldato pakistano è stato ucciso in un attacco da parte di un cecchino a un posto di blocco militare pakistano a Kotan, nella zona di Zamuran, nel distretto di Kech, nel Belucistan. L’Esercito di liberazione del Belucistan (BLA) ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. Non. solo, secondo quanto riferito da fonti locali, l’Esercito di liberazione del Belucistan (BLA) ha preso il controllo della città pakistana di Mangosher. Sono state sequestrate strutture militari appartenenti al Pakistan ed edifici amministrativi di proprietà di agenzie governative. I rinforzi inviati nella regione sono caduti in un’imboscata da parte dei guerrieri Baloch. Le forze baluci hanno preso il controllo della principale autostrada pakistana N-25, tra Quetta e Karachi. I posti di blocco di Rahimabad, Gari e Khazinai che conducevano a Mangocher furono catturati dall’AOB. Si aspettano conferme da parti di fonti ufficiali pakistane. 

Il Pakistan muove i carri armati, avvistati Lahore, nella regione del Punjab, si parla di operazione di terra in risposta ai missili indiani. L’esercito pakistano attacca gli avamposti militari indiani nel Jammu e Kashmir. Dichiarato lo stato di emergenza nell’Azad Kashmir, il Kashmir controllato dal Pakistan e ancora stato di emergenza dichiarato nella regione del Punjabi, Pakistan. Immediata la situazione di emergenza negli ospedali di Sialkot, in Pakistan, lungo il confine con l’India. Chiuse le scuole in Punjab.

Prima della mezzanotte, il Primo Ministro pakistano Shehbaz Sharif si presenta in tv: “L’insidioso nemico ha condotto attacchi codardi contro cinque obiettivi in ​​Pakistan. Il Pakistan ha tutto il diritto di rispondere con la forza a questo atto di guerra imposto dall’India e la risposta con la forza è stata data. L’intero Paese sostiene le forze armate pakistane e il morale e lo spirito dell’intera nazione pakistana sono alti. La nazione pakistana e le forze armate pakistane sanno come combattere il nemico. Non permetteremo mai al nemico di raggiungere i suoi nefasti obiettivi”. 

Il Consiglio per la sicurezza nazionale del Pakistan ha autorizzato l’esercito a ricorrere a tutti mezzi necessari per reagire. “Il Pakistan risponderà” dichiara il Consiglio di Sicurezza Nazionale. “In conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, il Pakistan si riserva il diritto di rispondere, per legittima difesa, nel momento, nel luogo e nel modo che riterrà più opportuno per vendicare la perdita di vite innocenti pakistane e la palese violazione della sua sovranità”, si legge ancora nella dichiarazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale del Pakistan.

Nella reazione pakistana contro l’India sono morte 15 persone. Il ministero della Difesa indiano ha ribadito che ha condotto la serie di attacchi precisi contro nove “installazioni terroristiche” in Pakistan e nel Jammu e Kashmir, aggiungendo che non sono state prese di mira posizioni militari pakistane. Secondo gli indiani, gli attacchi al Pakistan siano stati effettuati utilizzando missili da crociera francesi SCALP. Il Pakistan, d’altro canto, fornisce equipaggiamento militare all’Ucraina da tre anni, ed è stato attaccato con gli stessi missili con cui viene attacca l’Ucraina dalla Russia.

Secondo quanto riferito, l’esercito pakistano ha lanciato attacchi contro le città del Kashmir amministrate dall’India, colpite da artiglieria, missili balistici e missili da crociera. Tra queste figurano Kupwara, Baramulla, Bandipora, Poonch, Rajouri, Kargil e altri siti. A partire dalle ore 23: 05 del 6 maggio le agenzie di stampa internazionali segnalano: numerosi e pesanti scontri lungo la Linea di Controllo (LoC) nel Jammu e Kashmir. Il portavoce del Ministero della Difesa indiano afferma che tutte le difese aeree lungo la Linea di Contatto sono state attivate. L’esercito indiano conferma i bombardamenti pakistani e specifica che “i bombardamenti pakistani si sono concentrati sulla zona di Poonch, amministrata dall’India, e che l’India risponderà agli attacchi del Pakistan!”. Sirene in azione tutto il Kashmir controllato dall’India. Secondo gli indiani il numero di missili da crociera lanciati dall’aeronautica militare pakistana contro le basi militari indiane sono stati almeno 80. Chiusi numerosi aeroporti nel nord dell’India. L’Uttar Pradesh dichiara lo stato di allerta.

“L’India ha dimostrato una notevole moderazione in questa operazione, ma le forze armate indiane sono pienamente pronte a reagire se il Pakistan dovesse essere coinvolto in qualsiasi disavventura”, si legge in un comunicato della Conferenza stampa del Governo dell’Unione indiana. E ancora: “Gli obiettivi terroristici sono stati scelti sulla base di informazioni attendibili e del loro coinvolgimento in attività di terrorismo transfrontaliero”. “I punti presi di mira erano un edificio specifico o un gruppo di edifici, senza garantire l’assenza di danni collaterali. Tutti gli obiettivi sono stati neutralizzati con efficienza clinica”, Conferenza stampa del Governo dell’Unione Indiana. L’India chiude diverse rotte aeree lungo l’intero confine internazionale tra India e Pakistan.

Secondo quanto riportato dal quotidiano The Hindu, quattro casi su cinque di abbattimento di aerei da combattimento indiani sono stati confermati da funzionari indiani.

L’India ha affermato che il Pakistan sta violando l’accordo di cessate il fuoco dopo aver lanciato attacchi di rappresaglia. Secondo Bloomberg, il valore di mercato di 10 aziende indiane del settore della difesa è aumentato di oltre 5 miliardi di dollari dal 22 aprile, quando le tensioni tra l’India e il vicino Pakistan sono aumentate dopo un attacco ai turisti in Kashmir. Gli esperti dell’agenzia hanno preso in considerazione, in particolare, la dinamica delle quotazioni del produttore di aeromobili Hindustan Aeronautics e dell’azienda di razzi Solar Industries India.

 “L’India è pronta a reagire con risolutezza se il Pakistan dovesse intensificare le tensioni”, ha detto nel pomeriggio Ajit Doval, Consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’India.

A cercare di fermare l’escalation sono intervenuti: Stati Uniti, Cina, Turchia, Germania e il Regno Unito e Egitto solo per citarne alcuni. 

Lucia Giannini

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