HONG KONG. La fuga dei cervelli mette in crisi le aziende

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Secondo un nuovo rapporto, molte aziende giapponesi che operano a Hong Kong affermano di essere alle prese con la perdita di talenti, poiché la draconiana legge cinese sulla sicurezza nazionale (NSL) provoca una consistente emigrazione dal territorio.

L’indagine, condotta congiuntamente all’inizio del mese da tre organizzazioni giapponesi a Hong Kong, ha rilevato che il 68,6% degli intervistati ha dichiarato che la fuga di talenti e la difficoltà di trovare persone capaci è la principale preoccupazione derivante dalla Nuova Legge sulla Sicurezza, imposta da Pechino nel giugno 2020, riporta Nikkei.

Questa risposta è aumentata di 6,9 punti rispetto al precedente sondaggio condotto a gennaio. Ha superato le preoccupazioni per le restrizioni al libero flusso di informazioni, che sono scese di 15,7 punti al 56,2% nell’ultimo sondaggio.

«La fuga di talenti non è solo un fattore causato dalla nuova legge sulla sicurezza”, ha dichiarato Tomohiro Takashima, direttore generale della Japan External Trade Organization, Jetro, di Hong Kong. Anche la promozione dell’«”educazione patriottica” e il cambiamento dell’ambiente educativo dei bambini sono fattori importanti», ha affermato, riferendosi alla crescente influenza di Pechino sui programmi scolastici e sui libri di testo. Ha anche citato le rigide regole di quarantena come motivo per spingere le persone a lasciare Hong Kong.

L’indagine, che ha cadenza semestrale, è stata condotta da Jetro Hong Kong, in collaborazione con la Camera di Commercio e Industria giapponese e il Consolato giapponese di Hong Kong, e ha visto la partecipazione di 266 aziende.

Il drastico cambiamento nelle aule scolastiche, avvenuto parallelamente all’attuazione della legge sulla sicurezza, ha spinto i genitori con figli in età scolare a lasciare in massa la città per cercare opportunità di istruzione più liberal in luoghi come Regno Unito, Canada, Australia e Taiwan.

Secondo le statistiche del governo di Hong Kong, alla fine del 2021 la popolazione della città è diminuita rispetto all’anno precedente. Il secondo calo annuale consecutivo della popolazione del territorio è stato determinato principalmente da un deflusso netto di 23.600 persone lo scorso anno. La fuga di talenti ha influenzato anche l’opinione delle aziende giapponesi sul contesto commerciale più ampio di Hong Kong. Mentre il 6,5% degli intervistati ha dichiarato che il contesto è migliorato rispetto a un anno fa, il 23,4% ritiene che sia peggiorato o gravemente peggiorato, con un aumento di 2,4 punti.

Tra i sei fattori elencati, il motivo principale citato per il deterioramento dell’ambiente imprenditoriale è la ricerca di talenti, che secondo il 43,5% è peggiorata rispetto a un anno fa, con un peggioramento di 7 punti rispetto al risultato di gennaio 2022. Molti intervistati hanno citato la fuga di talenti dovuta all’emigrazione come la loro preoccupazione più pressante.

La fascia d’età più numerosa interessata nella fuga di cervelli è quella delle persone tra i 30 e i 40 anni; le aziende non riesco a trovare sostituti.

Oltre ai talenti locali che abbandonano la città, un numero molto minore di espatriati lavora ora in città. Secondo le ultime statistiche sui visti generali di lavoro, il Dipartimento per l’Immigrazione di Hong Kong ha rilasciato 5.701 visti di questo tipo nei primi sei mesi dell’anno, il 72% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018, prima del Covid e dei disordini sociali del 2019.

L’attuale ondata di emigrazione “è molto più ampia” rispetto a quelle del passato e viene chiesto al governo di allentare le restrizioni alle frontiere di Hong Kong, influenzate dalla politica di Pechino “zero-COVID dinamico”, che cerca di sradicare il virus.

Luigi Medici