HONG KONG. Covid e libertà compressa fanno perdere fascino alla città finanziaria dell’Asia

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Circa il 42% degli espatriati sta considerando di lasciare Hong Kong: la maggior parte si dice a disagio con la nuova legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino alla città.

Secondo un sondaggio condotto dall’American Chamber of Commerce e ripreso da Asia Times, condotto tra il 5 e il 9 maggio, e intitolato “Dovrei rimanere o dovrei andare?” tra 325 persone, cioè un quarto dei suoi membri. Il sondaggio ha mostrato che il 58% degli intervistati non ha intenzione di lasciare Hong Kong, mentre il 42% ha detto che sta considerando o pianificando di trasferirsi.

Tra coloro che intendono andarsene, il 62% ha detto che la legge sulla sicurezza nazionale li metteva a disagio, mentre il 49% ha detto che anche le severe quarantene Covid-19 avevano il loro peso nella decisione di lasciare la città.

Circa il 42% ha detto di essere pessimista sulla futura competitività di Hong Kong e il 36% è preoccupato per la qualità dell’istruzione dei propri figli dopo l’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale. Per molti degli intervistati, la legge sulla sicurezza nazionale sta distruggendo l’attrattiva internazionale di Hong Kong.

Circa il 52% di coloro che hanno pianificato di lasciare Hong Kong hanno detto che se ne sarebbero andati in un breve lasso di tempo, o non appena avessero potuto trasferirsi. Il restante 48% ha detto che se ne sarebbe andato entro tre-cinque anni. Alcuni si trasferiranno a Singapore, Tokyo, Bangkok, Seoul e Taipei, mentre altri torneranno nei loro paesi d’origine.

L’alta qualità di vita della città, l’eccellente ambiente commerciale e il basso tasso di criminalità sono ancora attraenti per coloro che non hanno intenzione di emigrare da Hong Kong, che rappresentano quasi il 60% degli intervistati. Questi espatriati hanno detto che la sicurezza nazionale è una norma nel mondo di oggi.

Il governo di Hong Kong si è preso il tempo per spiegare l’importanza della legge sulla sicurezza nazionale alla comunità imprenditoriale.

Graziella Giangiulio