Pronti a intervenire in Galilea

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LIBANO – Beirut 16/01/2015. In quest’ultimo periodo torna a farsi sentire con più frequenza e con più incisività il Segretario generale di Hezbollah Sayyed Hasan Nasrallah.

La cosa non può essere casuale, non lo è mai stato per uno stratega come il segretario di uno dei più importanti partiti libanesi. La sua presenza non può passare inosservata anche perché negli ultimi decenni ha svolto un ruolo di primo piano nella politica della regione. Come sappiano è uno dei protagonisti della guerra in Siria che ha permesso al paese di rimanere in piedi e lottare da ormai quattro anni contro il terrorismo. Riportiamo il pensiero di Hezbollah attraverso le sue parole tratte da una intervista rilasciata a al-Mayadeen TV e trasmessa anche su al-Manar Channel.
Già dalle prime battute ha sottolineato che la Resistenza è pronta, non solo a ricorrere ai missili per difendere il Libano ma di aver preparato i suoi combattenti per intervenire in Galilea negli insediamenti israeliani e di andare anche al di là di quelle terre. Insomma nonostante le attuali preoccupazioni, la partecipazione alla guerra in Siria e i problemi interni al suo paese Hezbollah ha ampliato e migliorato la sua potenza militare e secondo le parole del suo leader «Il nemico israeliano ha riconosciuto che il partito sta guadagnando enormi esperienze militari nei vari campi di battaglia. La resistenza possiede armamenti molto più sofisticati».
Per quanto riguarda i raid aerei israeliani contro obiettivi in Siria, Sayyed Nasrallah ha detto che tutto l’asse della resistenza si occupa di replicare agli attacchi, sottolineando che la risposta potrà avvenire in qualsiasi momento. Ha anche posto in evidenza che questi raid facevano parte del piano dei militanti di attaccare l’esercito siriano, ponendo l’accento sulla comunicazione tra l’esercito israeliano e i gruppi terroristici del Golan e di Quneitra. Ancora una volta la Resistenza interviene per avvisare che non intende tollerare le aggressioni israeliane, aggiungendo che il partito ritiene che le violazioni terrestri, marine e aeree, oltre agli omicidi e agli assalti sono delle linee rosse che non possono essere superate dai “sionisti”, e che pertanto risponderà a ogni violazione israeliana in modo adeguato. Attualmente nessun militare è schierato nelle alture del Golan, ma il monito è che nell’eventualità fosse necessario sarebbero pronti.
Sayyed Nasrallah ha voluto anche chiarire che il funzionamento della Resistenza contro le truppe di occupazione sioniste su Shebaa Farms nel 2014 sono state la risposta all’omicidio intenzionale da parte israeliana del combattente Hezbollah che stava smantellando un dispositivo di sorveglianza.
 «L’entità sionista non è più in grado di raggiungere qualsiasi vittoria militare in Libano, dopo il fallimento nella recente guerra di Gaza» ha detto Sayyed Nasrallah che ha poi continuato «Io non rimuovo la possibilità di una guerra contro di loro, “Israele” non lancia un modo se non è sicuro di riuscire a raggiungere la vittoria. Hezbollah non ha fermato le comunicazioni con la resistenza palestinese e Hamas sta cercando di ripristinare la sua relazione con l’asse della Resistenza, cercheremo di promuovere queste relazioni al fine di combattere insieme il nemico».
Commentando lo scenario siro-iracheno, il segretario generale del partito di Dio ha sottolineato che i gruppi militanti non sono in grado di sconfiggere l’esercito regolare, aggiungendo che l’obiettivo di detronizzare il presidente Bashar al-Assad non può più essere raggiunto. «L’opposizione siriana potrebbe condividere con il Presidente Assad il governo del Paese, ma l’intervento e la pressione regionale impedisce questo processo». In ogni caso quello che vuole mettere in evidenza è che qualsiasi soluzione politica in Siria deve comprendere il presidente Assad, che in questi anni è riuscito a riprendere e controllare della maggior parte dei territori siriani.

L’influenza della battaglia dell’Arabia Saudita si è rivelata poco vincente dopo che il Regno Unito ha commesso il grave errore che ha implementato il modello afghano in Siria, le parole sono sempre tratte dal discorso di Sayyed Nasrallah, che dice che la Turchia ha messo a disposizione fondi a supporto di ISIL e il Fronte al-Nusra che ottengono vari contributi, per sostenere la loro battaglia, da parte del governo di Ankara, ha anche ricordato le relazioni turco-iracheno potranno migliorare con l’avvento del nuovo governo di Baghdad. Inoltre il Segretario ha affermato che i raid aerei della coalizione internazionale contro ISIL non mirano a sradicare il gruppo terroristico, perché gli Stati Uniti non sono interessati a raggiungere questo obiettivo. Secondo lui gli americani punterebbero solo a contenere ISIL e ad avere basi militari in Iraq. Sayyed Nasrallah ha chiarito che l’amministrazione degli Stati Uniti non è più interessata a escludere il Presidente Assad dalla soluzione politica in Siria, da lui tra l’altro considerato unico in grado di garantire qualsiasi soluzione politica. Le carte di ISIL ormai sono state giocate e la formula non può essere cambiata, e anche in Iraq sta cominciando a perdere potenza dopo il massacrato dei sunniti musulmani.
 Per quanto riguarda il Bahrain, Sayyed Nasrallah ha detto che l’opposizione ha espresso la propria disponibilità a trovare una soluzione politica con il regime, ma che l’Arabia Saudita ha respinto tutte le mediazioni regionali per porre fine alla crisi. Spostandosi allo Yemen dice «Il rapporto tra Hezbollah e la yemenita Ansarullah è politico, non militare, il partito e l’Iran non sono stati coinvolti nei recenti sviluppi in Yemen». Il Segretario del Partito di Dio non lascia davvero dubbi e indica che vi sia un complotto per sottomettere Ansarullah costretta a reagire vista la minaccia di eliminazione ricevuta. Importante invece il fatto che Egitto sia tornato a svolgere il suo ruolo strategico nella regione, e lui stesso appoggia qualsiasi iniziativa egiziana per porre fine alla crisi siriana. «Hezbollah ha cercato di comunicare con i Fratelli musulmani che da sempre si astengono dal seguire questo sistema, anzi sono stati loro a bloccare le iniziative iraniane di promuovere i rapporti reciproci durante il governo Mursi». Sull’Iran dice che gode condizioni fiorenti nonostante le pressioni occidentali, aggiungendo che i paesi che stanno cercando di sfidare la Repubblica islamica, con il dossier nucleare, non potranno ottenere risultati positivi.
Guardando al proprio paese ha detto di essere molto ottimista sul dialogo Hezbollah-Mustaqbal al fine di raggiungere un accordo scritto, aggiungendo che mira a far cessare le tensioni, attivando l’efficienza del governo e la lotta al terrorismo, che si rivolge a tutti in tutto il paese. «Hezbollah supporta ogni dialogo fra le fazioni politiche libanesi per risolvere i problemi complessi, tra cui le elezioni presidenziali, nonostante i tentativi dei ‘falchi’ di frustrare questa tendenza nel paese».

alessandra.mulas@gmail.com