La guerra futura di Tsahal e Hezbollah

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LIBANO – Beirut 12/08/2103. Uno dei risultati più positivi della seconda guerra del Libano tra Israele e Hezbollah, nel 2006, è stata la pace che ne seguì, principalmente quiete verbale, si  legge su al Monitor.

Il segretario generale di Hezbolla, Hassan Nasrallah, aveva dimostrato un “aplomb” politico nuovo.

Da allora, a quanto pare dice al Monitor, anche Nasrallah è in qualche modo maturato. Pur continuando a fare discorsi e ad utilizzare una certa retorica ha fatto un minor numero di minacce. Diverse ragioni possono spiegare questo stato di cose: O Nasrallah ha fatto sua la filosofia del “brutto” (interpretato dal meraviglioso Eli Wallach) del film di Sergio Leone “Il buono, il brutto e il cattivo”: “Se vuoi sparare, spara, non parlare “, o si è ben consapevoli, anche a Gerusalemme, del fatto che prima o poi, un altro scontro tra i due attori geopolitici scoppierà. La tensione è palpabile su entrambi i lati della Linea Blu, e Nasrallah sa bene che il momento della verità si sta avvicinando, commenta al Monitor. All’indomani della seconda guerra in Libano, le agenzie di intelligence occidentali hanno stimato che Nasrallah avesse subito una “pesante ramanzina” dai suoi “maestri di Teheran”.

Secondo le informazioni a disposizione, Teheran era rabbiosa perché Nasrallah aveva sprecato una guerra, che gli aveva inflitto pesanti danni, ridotto i suoi arsenali di razzi, per una cosa così stupida come il rapimento di due soldati israeliani. Quello non era lo scopo verso il quale tendeva Teheran. Israele e Hezbollah oggi continuano i preparativi per il “D-Day” che li attende. Il punto di partenza è la seconda guerra del Libano. Entrambi i contendenti hanno imparato le rispettive lezioni e corretto i rispettivi difetti. In Israele, si era alle prese con l’imbarazzo nazionale: come era stato possibile che la potente Idf bnon sia stata in grado di vincere qualche centinaio di combattenti di Hezbollah? Una commissione nazionale d’inchiesta fu istituita, producendo una serie di rapporti pesanti sull’establishment politico-militare e sul modo in cui era stata condotta la guerra. Questi rapporti fece quasi cadere il governo di Ehud Olmert. Sono passati diversi anni da quella guerra, e si scopre che, in realtà, è stata una delle guerre più riuscite ed efficaci nella storia di Israele, dice al Monitor. Due richieste israeliane sono state realizzate: l’esercito libanese ha preso posizioni nel sud del paese, mentre una forza multinazionale significativa è stata schierata lungo la Blue Line. Il confine è irriconoscibile. Prima della guerra, l’esercito israeliano era il perdente. Hezbollah con i suoi avamposti dominava la frontiera; Idf a malapena pattugliava la linea, i suoi avamposti posizionati nella parte posteriore, con pochi punti di osservazione. Dopo che la guerra, la situazione è capovolta. Le guerre contro le organizzazioni non statali, dice al Monitor, devono essere vinte nelle menti delle persone. Israele si sta preparando per una simile guerra. Nel 2006, l’esercito israeliano ha perso perché non ha affrontato un nemico chiaramente definito e il suo esercito non era addestrato alla ricerca di guerriglieri. Cosa oggi invece possibile.  Idf guarda con preoccupazione alle capacità di movimento terrestre di Hezbollah come avviene in Siria, Hezbollah ha imparato a gestire grandi apparati di terra, come battaglioni, brigate. Alla luce di questo, l’esercito israeliano si sta preparando per contrastare la nuova capacità di Hezbollah che cercherà di spezzare l’assunto secondo cui “nessuna testa di ponte deve essere concessa all’interno del territorio di Israele”.