GUINEA BISSAU. Proteste contro il presidente Vaz

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Centinaia di manifestanti hanno marciato nella capitale della Guinea-Bissau durante lo scorso fine settimana per chiedere le dimissioni del presidente Jose Mario Vaz. Si tratta dell’ultimo segnale di una crescente sentimento anti-governativo dopo 18 mesi di lunga crisi politica.

L’ex colonia portoghese in Africa occidentale, non ha convocato il parlamento per più di un anno e una serie d’incontri regionali non sono riusciti a risolvere le rivalità all’interno della élite politica, creando timori che i trafficanti di droga possano sfruttare il vuoto di potere.

C’è stata una grande presenza di militari in una marcia l’11marzo, in cui i manifestanti portavano cartellini rossi e hanno usato dei fischietti per simboleggiare che il presidente Vaz non ha rispettato le regole.

I manifestanti chiedevano spiegazioni della rimozione del primo ministro Domingos Simoes Pereira che, secondo i manifestanti, era sulla strada giusta per far riprendere il paese. Molto lamentate le carenze di acqua e di energia.

La decisione di Vaz nel mese di agosto 2015 di allontanare Pereira, un politico popolare che godeva del sostegno da parte dei donatori occidentali, ha innescato un periodo di instabilità e la nomina di diversi altri primi ministri in rapida successione.

Nessuno di loro è riuscito a risolvere lo stallo politico in cui si trova il paese.

Il programma di bilancio del primo ministro Umaro Mokhtar Sissoco Embalo è stato bocciato dall’Assemblea nazionale nel mese di febbraio, portando a grandi proteste anti-governative.

Le proteste sono relativamente rare nella ex colonia portoghese dove l’instabilità in genere ha assunto la forma di colpi di stato militari, guidati da ufficiali provenienti per lo più da una élite militare ristretta originata da un gruppo di vecchi soldati che hanno combattuto per l’indipendenza tra il 1963 e il 1974.

Gli Stati Uniti hanno accusato, inoltre, un gruppo di militari anche trarre di commercio di droga, utilizzando i vasti corsi d’acqua della nazione per far transitare la cocaina dal Sud America verso l’Europa.

Lucia Giannini