Guerra santa elettronica

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La guerra informatica in Iran continua, fonti dell’intelligence e della lotta al terrorismo rivelano che sarebbe proprio Hezbollah ad ospitare, in un bunker segreto nei pressi di Beirut, gli hacker e gli esperti informatici che recentemente hanno guidato gli attacchi ai sistemi delle banche americane e pilotato un drone nello spazio aereo israeliano il 6 ottobre.

Nessuna decisione è stata ancora presa dagli Stati Uniti e da Israele per frenare la minaccia alla propria sicurezza nazionale.

Il bunker dal quale i terroristi informatici pilotano gli attacchi è stato localizzato nel quartiere sciita Dahya, a sud di Beirut , luogoche ospita l’apparato di sicurezza interna di Hezbollah.

Wafiq Safa è a capo dell’apparato di sicurezza e deputato del generale IranianoHossein Mahadavi,che coordina e dirige in Libano le azioni con Hezbollah. Il figlio di Safa è inoltre sposato con la sorella di Hassan Nasrallah, capo del gruppo militante islamico.

Esperti di intelligence informatica spiegano perchè Teheran usi il surrogato libanese per affrontare questa guerra digitale:in primo luogo per mascherare le fonti dei cyber attacchi e per non addossare nessuna responsabilità all’Iran, in secondo luogo perché l’impianto è protetto da efficienti firewallche impediscono qualsiasi tipo di penetrazione elettronica.

Il 6 ottobre i cyber terroristi erano riusciti ad evitare i controlli degli esperti di sicurezza israelianie ad inviare un Uav (velivolo a pilotaggio remoto) sul Paese. Manipolare i movimenti del drone è risultato alquanto difficile per Israele, una forza esterna impediva infatti di prenderne il controllo. Alcuni componenti del drone sono poi stati catturati e le autorità Israeliane sono così venute a conoscenza di alcuni segreti circa le capacità e il funzionamento dell’apparato tecnologico dell’Uav.

Gli americani hanno incontrato le stesse difficoltà nel cercare di localizzare e di identificare gli hacker che hanno disabilitato dieci dei più importanti sitiweb delle banche Usa: tra cui l’Arabia Saudita Aramco, il cui sistema è stato infettato da un virus chiamato Shamoon che ha sostituito i dati con immagini di bandiere americane bruciate, e l’industria del gas in Qatar.

Il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta ha poi dichiarato in un‘intervista: «I recenti attacchi elettronici negli Stati Uniti e all’estero, dimostrano la necessità di un ruolo militare più aggressivo nella difesa, bisogna intervenire al più presto contro questi gruppi organizzati o governi ostili».