Mentre l’esercito degli Stati Uniti contempla la possibilità di far volare palloni ad altissima quota nella stratosfera per una serie di missioni, i funzionari spaziali dell’ Us Army hanno suggerito di recente che una di queste missioni potrebbe essere il trasporto e il lancio di droni che interromperebbero o distruggerebbero le risorse spaziali nemiche a terra, come jammer o stazioni di controllo satellitari.
Il colonnello Donald Brooks, comandante della 1a Brigata Spaziale dell’esercito, ha detto alla conferenza annuale dell’Associazione dell’esercito degli Stati Uniti all’inizio di questo mese che il servizio avrà “palloni multi-form factor operativi a varie altitudini, che eseguono diversi set di missioni, aumentando in definitiva il set di problemi e il dilemma del bersaglio per i nostri avversari, il che supporta direttamente l’esercito e gli sforzi di resilienzae ci rende più letali”, riporta Breaking Defense.
I palloni sono concepiti per aiutare nel “rilevamento profondo e supportare tiri di precisione a lungo raggio, abilitare la guerra di navigazione, fornire estensione di rete tramite voce e dati, consentire un accesso garantito al PNT, la nostra navigazione di posizione e temporizzazione, e avere carichi utili sia letali che non letali”.
Ma, in qualità di alto funzionario spaziale dell’esercito, Brooks ha anche affermato che l’esercito sta “integrando piattaforme ad alta quota con la capacità di ricostituire, aumentare e aumentare gli effetti spaziali, se e quando il nostro avversario interferisce con la nostra libertà di accesso e manovra di movimento nel dominio spaziale”: palloni lanciati da droni per missioni in profondità nel territorio nemico e apparentemente mirati a risorse spaziali terrestri.
Paragonando l’idea alle matrioske russe, Andrew Evans, direttore della task force Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) dello Us Army, ha detto che “il concetto di far lanciare qualcos’altro da un pallone non è nuovo”.
L’esercito, ha spiegato, sta esaminando una serie di potenziali carichi utili che potrebbero essere lanciati da palloni, così come altri tipi di piattaforme ad alta quota. Al momento, tuttavia, non c’è alcuna richiesta formale dell’esercito all’industria per l’impiego di droni antispaziali lanciati da piattaforme ad alta quota di qualsiasi tipo, che si tratti di palloni, aerei con equipaggio, droni più grandi o elicotteri, secondo un portavoce del servizio. Piuttosto, diverse organizzazioni dell’esercito in aree di missione e all’interno dell’Army Futures Command sono coinvolte in esperimenti per testare potenziali applicazioni.
Luigi Medici
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