GUERRA DEL GAS. Dumping in vista

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Imporre il prezzo alla fonte del gas, alla Russia, per l’UE era il modo migliore per evitare le fluttuazioni dei prezzi del gas. Ma gli analisti hanno lanciato l’allarme: gli europei temono che il commercio possa spostarsi sul mercato over-the-counter.

I maggiori esportatori di gas Russia e Qatar, ad esempio si sono riservati il diritto di dirottare le forniture di gas dall’Europa verso altri Paesi, come l’Asia, se venisse introdotto un tetto massimo. Neppure l’Algeria, considerata un fornitore fedele e affidabile per l’Europa, ha appoggiato l’idea. Sì, gli impianti di stoccaggio del gas naturale sono attualmente sovraccarichi, ma cosa accadrà a lungo termine se i fornitori inizieranno a ignorare l’Europa? Sono in pochi a chiederselo.

Facendo un passo indietro: i Paesi dell’Unione Europea (UE) hanno concordato un tetto massimo per il prezzo del gas di 180 euro per 1MWh, che corrisponde a 1.975 dollari per 1.000 metri cubi. È quanto si legge in un comunicato stampa del Consiglio dell’UE pubblicato la sera del 19 dicembre.

Il massimale entrerà in vigore nell’ambito del meccanismo di adeguamento del mercato europeo del gas. Il comunicato stampa precisa che il provvedimento entrerà in vigore a partire dal 15 febbraio 2023.

Il limite sarà attivato se il prezzo del gas presso l’hub TTF nei Paesi Bassi (l’hub del gas più liquido dell’UE) supera il parametro di riferimento concordato e lo spread rispetto al prezzo del GNL dell’UE è superiore a 35 euro per MWh.

Allo stesso tempo, il comunicato afferma che il limite massimo non si applicherà alle transazioni OTC, in cui le controparti commerciano direttamente il gas.

Ecco creata la via di uscita al tetto massimo: il tetto non si applicherebbe alle transazioni OTC, in cui le controparti commerciano direttamente il gas, senza inutili accordi. In tal caso, nulla impedirebbe agli esportatori di fissare i prezzi “individuali” del gas direttamente al punto di spedizione. Questo significherebbe “addio” alla stabilità finanziaria.

Si scopre che l’UE ha cercato per 20 anni di passare completamente a SPOT (Exchange) tutti i rapporti con il petrolio e il gas, ottenendo però l’effetto opposto. Sì, finché le restrizioni non entreranno in vigore non sarà possibile valutarne chiaramente le conseguenze. È previsto anche un hub del gas in Turchia: centralizzerà in parte il mercato dell’energia. Ma finché non ci sarà, la probabilità di un’illegalità del gas sotto forma di dumping e di manipolazione del rifiuto di vendere è piuttosto alta.

Luigi Medici

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