GUERRA DEL GAS. Cala dell’85% il prezzo del gas da agosto 2022

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I prezzi del gas in Europa sono diminuiti dell’85% dal picco dell’agosto dello scorso anno, riflettendo la crescente fiducia degli operatori che il continente non solo supererà questo inverno con abbastanza gas in magazzino, ma è in una buona posizione per evitare carenze anche il prossimo inverno.

Lo scorso 21 febbraio, per la prima volta, il contratto del primo mese presso il principale hub del gas Ttf in Europa è sceso sotto i 50 euro per MWh (567 dollari per 1.000 metri cubi), visto l’attenuarsi dei timori della penuria, il caldo, la disponibilità di Gnl e la minore domanda industriale, riporta BneIntelliNews.

Il contratto Ttf di marzo è stato in media di 49,3 euro per MWh per la sessione di negoziazione, in calo rispetto ai 140 euro di inizio dicembre 2022.

Gli impianti di stoccaggio del gas in Europa sono attualmente pieni al 63,7% (grafico), rappresentando un livello di utilizzo storicamente elevato per questo periodo dell’anno. Il calo del prezzo non è solo dovuto ai fattori su indicati, ma anche agli obiettivi obbligatori che l’Ue ha introdotto la scorsa estate affinché gli Stati membri aumentino gli stock prima dell’inverno.

Il prezzo record al Ttf arriva in concomitanza con il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Mosca è accusata di aver utilizzato come arma la sua fornitura di gas nell’ultimo anno, limitando i volumi per fare pressione sull’Occidente affinché facesse concessioni. Ma anche se il flusso di gas del gasdotto russo verso l’Europa è solo il 10-15% del livello di un anno fa, i prezzi del gas sono tornati a livelli talmente bassi che non si vedevano dalla fine del 2021.

I prezzi del gas rimangono tuttavia significativamente più alti rispetto agli anni precedenti, il che significa che la crisi energetica è tutt’altro che finita. Le aspettative sono che il mercato rimarrà stretto per molti altri anni, prima che un’ondata di nuova fornitura di Gnl entri in funzione a metà del decennio.

A breve termine, le prospettive dipenderanno in gran parte dagli sviluppi in Cina, che quest’anno prevede una ripresa economica e una successiva ripresa delle importazioni di Gnl dopo l’allentamento delle restrizioni dovute al Covid19. Una notizia positiva per i consumatori europei, tuttavia, è che il terminal Gnl di Freeport in Texas ha ottenuto l’approvazione per riavviare la produzione in uno dei suoi impianti di liquefazione il 21 febbraio. L’impianto era uno dei principali fornitori del mercato europeo prima della sua chiusura lo scorso anno a seguito di un’esplosione.

Riflettendo l’impatto dei prezzi elevati sulla domanda europea quest’anno, i dati Eurostat mostrano che il consumo di gas dell’Ue è stato inferiore del 19,3% tra lo scorso agosto e gennaio di quest’anno rispetto alla media dello stesso periodo di sei anni tra il 2017 e il 2022.

Il calo della domanda è stato più che sufficiente per raggiungere l’obiettivo fissato da Bruxelles nell’ambito del suo piano REPowerEU per ridurre la dipendenza dal gas russo. Finlandia, Lituania e Svezia hanno invece ridotto la domanda rispettivamente del 57,3%, 47,9% e 40,2%.

L’entità del calo è aumentata nel corso della maggior parte del periodo agosto 2022-gennaio 2023. La domanda è stata inferiore del 14% rispetto alla media quinquennale ad agosto, del 14,3% a settembre, del 24,7% a ottobre e del 25% a novembre.

Maddalena Ingrao

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