Una polveriera chiamata Egitto

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EGITTO – Il Cairo. 30/06/13. I giornali francofoni egiziani hanno già battezzato la rivolta della popolazione come l’inizio della guerra civile egiziana. A quanto si apprende dalle testate locali, la protesta non è solo o tanto contro il Governo Morsi ma contro la Fratellanza Musulmana. Ed è proprio per questo che si teme possa portare ad una guerra civile e che possa poi espandersi alla vicina Tunisia.

Manifestazioni, oggi, anche in Tunisia di fronte alle ambasciate egiziane.

In Egitto invece i fedeli al partito della Fratellanza Musulmana si sono arroccati e insediati nelle moschee più grandi dell’Egitto e hanno detto che non si muoveranno dalle loro posizioni finché gli “anti-Morsi” non saranno stati sconfitti. Dall’altra parte della barricata, ma nelle stesse piazze, fuori dalle Moschee, gli organizzatori della campagna, Tamarrod (Ribellione), che chiede le dimissioni del presidente Morsi. La loro petizione anti Morsi ha raccolto più di 22 milioni di firme, hanno detto sabato.

«Abbiamo raccolto 22.134.465 firme per la nostra petizione», ha detto il portavoce Tamarrod Mahmoud Badr, in una conferenza stampa. Le manifestazioni di oggi chiamata Tamarrod e voluta dagli stessi insieme a altri gruppi di opposizione cade nel primo anniversario di Morsi presidente. L’opposizione accusa Morsi di aver governato portando vantaggio solo alla sua formazione politica, i Fratelli Musulmani, e di voler riprodurre un sistema autoritario in Egitto.

I giornali di opposizione sostengono che il braccio armato della Fratellanza Musulmana in tutto il paese sta sferrando violenti attacchi contro i giovani manifestanti. Nel pomeriggio una manifestazione di sole donne si è recata verso la piazza Tahrir per essere poi  seguita dal corteo della personalità di spicco del mondo della cultura. 

La rabbia tra gli organizzatori della manifestazione anti-Morsi non si placherà finché lui resterà al potere, andranno avanti ad oltranza anche per 20 giorni se sarà necessario. «L’Egitto, ci dice una fonte non ufficiale, non è la Libia e gli stranieri – alludendo al Quatar – hanno fatto male a finanziare la Fratellanza Musulmana, noi resteremo nella piazza finché Morsi non sarà destituito». Sotto assedio anche la residenza di Morsi.

Tutti sono in attesa di sapere cosa farà ora Osama El Ghazali Harab, leader del Democratic Front Party, lo aspettano a Il Cairo.

Cominciano poi a girare su twitter i messaggi per gli uomini politici di spicco uno per esempio era indirizzati ad Abdel Fattah al-Sisi team leader della Difesa Ministro Generale e il Ministro della Difesa e la produzione militare che recitava: «Sisi a te scegliere ora, o tra le persone o il Presidente e la Fratellanza Musulmana».

I Fratelli Musulmani “si difendono” affermano i giornali filo governativi sparando (proiettili di gomma) in tutte le città egiziane per arginare la protesta mentre le forze di sicurezza – esercito in primis, come riferito da nostre fonti nei giorni scorsi –  per ora stanno a  guardare, l’unico  a muoversi è il braccio armato della Fratellanza,  Ahmed Yousef gruppo jihadista ha attaccato il campo in direzione manifestanti di Beni Suef durante Maghrib Bakhertoh. La polizia quando interviene spesso lo fa per arrestare i membri della Fratellanza Musulmana. 

Il Fronte di Salvezza Nazionale ha rilasciato una dichiarazione da poco in cui ha invitato i cittadini a restare nelle piazze in maniera pacifica; fino al rovesciamento del regime, e la partenza del presidente Morsi.

Ha anche aggiunto: «A nome del popolo egiziano in tutti i ceti sociali annuncia la salvezza nazionale, con la caduta di Mohamed Morsi, i Fratelli Musulmani, per questo il popolo egiziano continua a completare la rivoluzione, e imporrà la sua volontà che ha illustrato con chiarezza in tutti i luoghi della liberazione d’Egitto».

«Il FIS è fiducioso che il popolo egiziano proteggerà la rivoluzione fino alla transizione pacifica del potere, e chiede a tutte le forze rivoluzionarie, e tutti i cittadini a continuare a rimanere in pace in tutti i campi, e le strade e villaggi, e il paese ha fame, e di astenersi dal trattare con la Fratellanza governo fino alla sua caduta delle roccaforti di questa organizzazione di tiranni».

Secondo fonti non ufficiali gli anti-Morsi accetterebbero l’appoggio esterno della Turchia per la transazione governativa, mentre Morsi e la Fratellanza Musulmana sarebbero a stretto contatto con il Quatar e secondo alcuni anche con gli USA.