I flussi di informazioni postati da ISIS sono sempre più settoriali e specializzati. Da un lato ci sono i canali che postano notizie di ISIS, poi ci sono i canali che postano conversazioni tra jihadisti, canali che postano link ad altri canali, e così via. In questo modo è molto difficile creare delle reti di relazioni di cui ISIS “master” della guerra virtuale non sappia tutto. Tra i canali social nascenti e in ascesa quelli di odio contro le figure religiose diverse da al Bagdhadi, come quello che invita ad uccidere preti, e monaci perché Allah darà grandi ricompense.
È stato messo in rete un video tutorial dal titolo: “Lava e purifica”; si tratta di istruzioni pratiche di come ci si lava in preparazione al mese di Ramadan. Molto insistente la propaganda contro le organizzazioni internazionali, nemiche di ISIS e quindi, secondo ISIS, dei musulmani. Tra le infografiche di successo nei canali ISIS ce ne è una che mostra in 15 punti come Russia, Turchia e Iran intendono far diminuire la violenza in Siria. Tra gli obiettivi c’è quello di far rientrare HTS nello scudo dell’Eufrate.
Quindi neutralizzare l’ultima forte opposizione contro Assad e portare di fatto un regime di tregua. Interessante invece un’indagine statistica social non ISIS che indica come in Italia ci sia il 10% di musulmani favorevoli allo Stato Islamico. È stato, poi messo in rete, un video contro la Russia postato alla vigilia della festa nazionale russa, 9 maggio, su tutti i canali ISIS in modo particolare quelli in lingua russa. Il video della durata di 12 minuti e 17 secondi dal titolo: “Un completo fallimento”, ha come protagonista un “presunto capitano Fsb”. Il militare russo narra di come si è infiltrato tra i combattenti del Caucaso per poi fare la migrazione in Siria alla ricerca di al Shisani, ucciso a Fallujah la scorsa estate. Dopo l’interrogatorio, l’uomo fa una dichiarazione contro la Russia e Putin e poi viene ucciso barbaramente.
Si parla sempre più di Iraq nei social ISIS. Allarghiamo il nostro numero di interlocutori che parlano di Iraq sui canali telegram. Si tratta di agenzie di stampa sunnite, account sunniti non ISIS e account governativi. Scopriamo così che le milizie sciite a Baiji, Salahuddin stanno arruolando almeno un uomo per famiglia. Arruolamento obbligatorio altrimenti ci saranno conseguenze, prima di tutte il carcere, poi la confisca dei beni. Quando gli uomini saranno al fronte a morire, a casa ci saranno le violenze carnali sulle donne. Molto postato è stato il raid aereo della coalizione su al Qaim. Gli account sunniti non ISIS hanno riferito che i bombardamenti hanno colpito per lo più civili, sfollati di altri paesi a loro volta bombardati. Secondo le agenzie di stampa ci sarebbero stati 38 morti e oltre 50 feriti. Mentre fonti governative parlano di 100 terroristi uccisi ad Ana ad ovest di Anbar, dove comunque la situazione è molto critica. A Baghdadi gli account sunniti denunciano la diffusione di tumori maligni della pelle prima sconosciuti nella zona, si lascia intendere, seguendo il filo dei social, che sia colpa delle bombe lanciate e dell’acqua inquinata.
La situazione tra popolazione sunnita e milizie sciite è critica in tutte le zone sunnite, o per meglio dire ex zone sunnite, dell’Iraq. Sono denunciati simili delitti a Mosul, Fallujah, Diyala. Difficilissima la situazione a Mosul: 250 mila civili intrappolati in 10 quartieri di Mosul per lo più donne e bambini dove gli scontri sono porta a porta e l’artiglieria irachena spara in maniera casuale sui quartieri abitati come sta succedendo a Zanjili, lato destro della città; il numero dei morti secondo le organizzazioni umanitarie è di circa 13 mila dall’inizio della battaglia per la ripresa di Mosul e oltre 23 mila i feriti. Numero destinato a salire anche a causa dell’assedio. Sempre gli account sunniti lamentano a Mosul, un po’ come succede per la Siria a Damasco, una trasformazione demografica: «Il 14 aprile le milizie Saraya Jihad hanno preso 1.550 civili da Mosul li hanno mandati via prendendo le loro case», si tratta di milizie sciite.
In Siria, è stato dato particolare risalto alla notizia che Daesh avrebbe infiltrato il campo di Al Rukban alla frontiera con la Giordania con 4mila uomini con armi leggere e medie. La notizia sarebbe stata fatta filtrare dai servizi di sicurezza giordani. Peraltro, nessun velivolo, ne siriano ne giordano, sorvola il campo per paura dell’abbattimento.
Sono state postate delle foto delle forze speciali americane nel sud della Siria con i commando del FSA al posto di frontiera con la Giordania di Al Tanf, seguite poi alle immagini dell’ammassamento di truppe.
Il fronte a nord ovest di Daraa non si è mosso da due mesi. Nessun movimento del gruppo Jaish Ibn Khaild affiliato a Daesh nella zona a nord ovest di Daraa da due mesi, mentre i ribelli bombardano giornalmente da due mesi.
La zona di Hama continua ad essere al centro degli scontri tra ribelli e il governo siriano, in particolare sulla zona nord del fronte.
Continua la penuria di uomini per il governo di Assad, che in tutti i modi cerca di rinfoltire le fila del SAA. Si apprende che 1.200 uomini di Latakia che erano fuggiti al servizio militare sono stati arrestati dalla polizia militare e saranno mandati a breve nei ranghi del SAA.
Redazione
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