GIAPPONE. Tokyo non si fida più di Seul

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Il governo del Giappone il 2 agosto ha approvato un piano per cancellare la Corea del Sud da una “whitelist” di paesi con controlli sulle esportazioni preferenziali, una mossa che rischia di sfilacciare ulteriormente le relazioni già danneggiate tra i due paesi per le riparazioni della Seconda Guerra Mondiale. La decisione di mettere un freno alle esportazioni di materiali sensibili arriva un mese dopo che il Giappone ha imposto l’obbligo per le aziende giapponesi di ricevere l’approvazione caso per caso per l’esportazione di materiali industriali utilizzati per semiconduttori, smartphone e altri dispositivi ad alta tecnologia.

Il nuovo provvedimento, riporta Dw, che entrerà in vigore il 28 agosto, applicherà un processo di approvazione più rigoroso ad un elenco ampliato di materiali che potrebbero essere utilizzato nel settore militare. Potrebbe richiedere agli esportatori sudcoreani di adottare procedure amministrative supplementari per garantire le licenze di esportazione. Il Giappone afferma che la misura commerciale è stata presa in risposta ai controlli problematici delle esportazioni sudcoreane che hanno un impatto sulla sicurezza nazionale.

La decisione rischia di perturbare le catene di approvvigionamento e il settore high-tech in un momento di tensioni commerciali globali scatenate dalla guerra commerciale Usa-Cina. La Corea del Sud ha confermato che farà lo stesso togliendo il Giappone dalla sua “whitelist”. Il ministro delle Finanze Hong Nam-ki ha detto che la decisione del governo giapponese «distrugge fondamentalmente i rapporti di fiducia e cooperazione che i due paesi hanno stabilito. Per questo, esprimiamo la nostra forte protesta e il nostro profondo rammarico, ed esortiamo Tokyo a ritirare immediatamente le sue misure commerciali punitive».

Il presidente Moon Jae-in ha definito la mossa “sconsiderata”, aggiungendo che «l’atto egoistico di Tokyo infliggerà danni enormi all’economia mondiale, interrompendo le catene di fornitura globale (…) Il Giappone dovrebbe ritirare al più presto le sue misure unilaterali e ingiuste e giungere al dialogo». Seoul considera la sua rimozione dalla “whitelist” come una rappresaglia per una sentenza della corte sudcoreana dello scorso anno, secondo cui le aziende giapponesi dovrebbero compensare i lavoratori forzati utilizzati prima e durante la guerra. Il Giappone dice che le questioni di guerra sono state risolte da un trattato del 1965 che normalizza i legami bilaterali, ma rimangono dispute territoriali su alcune isole.

Graziella Giangiulio