GIAPPONE. Tokyo fornirà aiuti militari ai paesi in via di sviluppo

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Il Giappone intende ampliare il suo programma di aiuti esteri ai Paesi in via di sviluppo per includere progetti come strutture ad uso militare e sistemi radar costieri, allontanandosi da un approccio strettamente non militare perché intende contende alla Cina la sua influenza.

Tokyo vuole creare una nuova categoria per l’assistenza alla sicurezza, ampliando le proprie opzioni diplomatiche alla luce di un ambiente di sicurezza sempre più difficile. Il cambiamento avviene in concomitanza con una più ampia svolta politica del Giappone, che prevede un forte aumento della spesa per la Difesa e l’allentamento dei severi limiti sulle esportazioni di armi, riporta Nikkei.

Gli aiuti allo sviluppo nell’ambito della nuova categoria saranno destinati alle forze armate dei Paesi che Tokyo considera amici e la cui cooperazione è considerata importante per la sicurezza del Giappone. I progetti potenziali includono la costruzione e la manutenzione di ospedali militari o di aeroporti e porti militari-civili.

Il progetto di bilancio giapponese per l’anno fiscale 2023 prevede 2 miliardi di yen per questo scopo. Il primo progetto sarà messo a punto l’anno prossimo e i finanziamenti aumenteranno nei prossimi anni. Il programma di Aiuto Pubblico allo Sviluppo del Paese, uno dei più grandi al mondo, è stato a lungo limitato alle infrastrutture civili, escludendo qualsiasi progetto di tipo militare. Ciò ha lasciato spazio alla Cina per fornire tali aiuti attraverso la sua Belt and Road Initiative a Paesi del Sud-Est asiatico e altrove che necessitano di strutture militari aggiornate, espandendo l’influenza di Pechino nel processo.

Il Giappone intende inoltre fornire attrezzature che contribuiscano alla pace e alla sicurezza basate sullo Stato di diritto. Tra queste, radar e sistemi di analisi dei dati per aiutare i Paesi a monitorare le acque e lo spazio aereo, nonché veicoli blindati per le operazioni antiterrorismo. Saranno consentite anche le vendite di attrezzature per le operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e per le attività umanitarie, come i soccorsi in caso di calamità.

I destinatari dovranno adottare misure che garantiscano che tali attrezzature non vengano utilizzate in conflitti internazionali o comunque al di là dello scopo dichiarato. Qualsiasi trasferimento a Paesi terzi dovrà essere approvato dal Giappone. Il cambiamento di politica si inserisce nella recente revisione della Strategia di sicurezza nazionale del Giappone, che enfatizza l’uso della diplomazia per “prevenire le crisi” e “creare un ambiente internazionale stabile”.

Il governo prevede di incrementare anche l’assistenza allo sviluppo non militare. Il ministero degli Esteri rivedrà le linee guida su questo tipo di Assistenza nella prima metà del 2023, chiedendo che gli aiuti raggiungano l’obiettivo internazionale dello 0,7% del reddito nazionale lordo.

Negli anni Novanta del Novecento, il Giappone era il primo fornitore mondiale di questo tipo di assistenza allo sviluppo. Nel 2021 si è classificato al terzo posto, dietro a Stati Uniti e Germania.

Oltre al potenziamento degli aiuti allo sviluppo, il Giappone prevede di allentare le restrizioni sulle esportazioni di armi dopo le elezioni locali di aprile. La combinazione di questi due elementi potrebbe aprire un’ampia gamma di opzioni per fornire sostegno alla difesa delle economie emergenti.

Antonio Albanese

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