GIAPPONE. Tokyo appoggia i bombardamenti siriani, ma teme le ripercussioni nordcoreane 

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Gli attacchi militari contro la Siria lanciati da Stati Uniti, Regno Unito e Francia, nella notte tra il 13 e il 14 aprile, hanno avuto risposte differenziate da parte dei governi asiatici, nel timore che questi attacchi possano complicare i colloqui sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha detto ai giornalisti che il governo giapponese «sosterrà la determinazione di Stati Uniti, Regno Unito e Francia per garantire che la proliferazione e l’uso di armi chimiche non siano mai consentiti».

Abe, riporta Nikkei Asian Review, ha inoltre espresso l’intenzione di discutere la situazione della Siria e del Medio Oriente con il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, quando i due si incontreranno in Florida questa settimana: «Le minacce delle armi nucleari, biologiche e chimiche stanno aumentando nell’Asia orientale». Anche Malcolm Turnbull, primo ministro australiano, fedele alleato degli Stati Uniti, ha dato il suo sostegno alle misure. Gli attacchi «inviano un messaggio inequivocabile al regime di Assad e dei suoi sostenitori, la Russia e l’Iran, che l’uso di armi chimiche non sarà  tollerato», ha detto in una dichiarazione congiunta con i ministri degli Esteri e della Difesa.

Pechino, d’altro canto, ha criticato gli attacchi, sostenendo che essi costituiscono una violazione dei principi del diritto internazionale e sono stati condotti senza un’indagine approfondita sul presunto uso di armi chimiche contro i civili siriani: «L’azione militare unilaterale che aggira il Consiglio di Sicurezza è contraria allo scopo e ai principi della Carta delle Nazioni Unite», ha detto il Ministero degli Affari Esteri «Per quanto riguarda il presunto attacco con armi chimiche in Siria, dovrebbe essere condotta un’indagine completa, imparziale e obiettiva».

L’Indonesia, il più grande paese musulmano del mondo, ha mantenuto una posizione neutrale: «L’Indonesia chiede inoltre a tutte le parti di mantenere la sicurezza della società civile, in particolare delle donne e dei bambini». 

Gli attacchi su Damasco e Homs potrebbero avere i loro effetti sulla situazione della Corea del Nord; Trump dovrebbe incontrare il leader nordcoreano Kim Jong Un a maggio o all’inizio di giugno. «L’attuale escalation della situazione intorno alla Siria ha un impatto devastante su tutto il sistema delle relazioni internazionali», ha detto Putin. 

Il ministro della Difesa giapponese Itsunori Onodera ha espresso preoccupazione per l’inasprirsi delle tensioni tra Washington e Mosca: «La comunità internazionale, compresa la Russia, è preoccupata per la situazione», aggiungendo che Tokyo avrebbe analizzato che tipo di impatto sulle relazioni tra i due potrebbe avere oltre che sulla situazione in Corea del Nord, secondo Kyodo News. 

Antonio Albanese