GIAPPONE. Nuove fregate per Tokyo

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Il Giappone ha annunciato l’accelerazione del programma di costruzioni navali militari, nella speranza di costruire due fregate supplementari ogni anno per far rispettare meglio le loro pretese nei confronti del Mar Cinese Orientale. Tokyo è infatti coinvolta in una disputa con Cina e Taiwan su più isole nel Mar Cinese Orientale dal 1970.

Tre fonti anonime, citate da Sputnik, dicono che le Forze di Autodifesa di Tokyo prevedono di costruire due fregate 3.000 tonnellate e un cacciatorpediniere da 5.000 tonnellate nel corso dell’anno fiscale 2018. Il Giappone intende creare una piccola, ma altamente moderna flotta di otto imbarcazioni che possano essere utilizzate anche per sminamento e caccia sottomarina.

I cantieri navali interessati devono presentare offerte per i contratti per la costruzione di otto fregate. Ogni nave costerà tra i 40 e i 50 miliardi di yen, per un esborso complessivo di oltre 3 miliardi di dollari.

L’annuncio del contratto arriva sulla scia della rinnovata fase acuta delle dispute territoriali tra le potenze del mare asiatico. I funzionari giapponesi hanno dichiarato pubblicamente che sono preoccupati poiché la Cina espande le sue pretese nel Mar Cinese orientale, così come Pechino ha fatto con le Filippine e il Vietnam nel Mar Cinese Meridionale.

Le isole contese nel Mar Cinese orientale sono conosciute con diversi nomi. La prima fonte conosciuta, una carta nautica cinese del XV secolo, le chiama Diaoyu. Un documento navale imperiale del XIX secolo è l’origine del loro nome giapponese, Senkaku. I taiwanesi le chiamano Diaoyutai, mentre gli esploratori inglesi del XVIII secolo le hanno chiamate le isole Pinnacle.

Si tratta di cinque isolotti e tre scogli, il più grande dei quali è meno di cinque chilometri quadrati. Le isole disabitate erano storicamente parte della Cina, prima di essere annesse dal Giappone dopo la prima guerra sino-giapponese, nel 1895. Dopo la Seconda guerra mondiale, le isole furono occupate dagli Stati Uniti.

Le isole sono state restituite al controllo giapponese nel 1972; vi è stato poi trovato un potenziale tesoro in petrolio e gas naturale nella zona circostante. Da allora, sia la Cina che Taiwan hanno dichiarato la sovranità sulle isole. La Cina, in particolare, si è opposta all’attività giapponese, tra cui la nazionalizzazione di alcune isole nel 2012, e la costruzione di un faro nel 2014.

Gli Stati Uniti hanno sostenuto la sovranità giapponese: nel 2014, il presidente Barack Obama si è impegnato ad aiutare il Giappone se la Cina avesse tentato un’occupazione militare delle isole. Allo stesso modo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato il sostegno a Tokyo lo scorso 14 febbraio e il Segretario della Difesa Usa James Mattis ha promesso che gli Stati Uniti assumeranno un ruolo più attivo nella questione rispetto all’amministrazione precedente.

La Cina ha risposto con l’invio di navi da guerra nelle acque contese, circa tre volte al mese esortandogli Usa a “tenersi fuori” dalla questione.

Lucia Giannini