Il primo ministro giapponese Shinzo Abe spera che la prima modifica della costituzione del paese possa essere emanata entro il 2020 e che riguarderà lo status dei militari.
In virtù dell’articolo nove della Costituzione, il Giappone per sempre ha rinunciato al suo diritto alla guerra e al mantenimento di forze militari, anche se i governi l’hanno interpretata in senso non restrittivo e quindi una concessione a creare forze militari esclusivamente per l’autodifesa.
Le truppe giapponesi hanno quindi partecipato ad operazioni internazionali di pace, nonché ad una missione non combat in Iraq dal 2004 al 2006.
Abe, in un messaggio video di celebrazione dell’entrata in vigore della Carta costituzionale, riporta il quotidiano cinese Global Times, ha proposto di fare esplicito riferimento alle Forze di Autodifesa, Sdf nella costituzione.
«Rendendo esplicito lo status delle Sdf nella costituzione, non ci sarà più motivo di sostenere che le Sdf possano essere incostituzionali», ha detto nel video, trasmesso dalle emittenti televisive nipponiche. «Mi auguro vivamente di rendere il 2020 l’anno in cui ci possa essere una nuova costituzione», ha aggiunto Abe.
Si tratta della sua prima menzione pubblica di una data. Un recente cambiamento nelle regole del Partito Liberale Democratico ha comportato che Abe potrebbe ancora essere il primo ministro nel 2020 se il suo partito rimanesse al potere.
L’elettorato è diviso sulla campagna di Abe di rivedere la costituzione, in un contesto di crescente tensione regionale, in particolare con la Corea del Nord, secondo un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi. Il sondaggio Nikkei Inc / Tv Tokyo ha mostrato un sostegno in crescita per la revisione proposta da Abe di rivedere la costituzione scritta dagli Stati Uniti dopo la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Solo il 46 per cento degli intervistati intende mantenere la costituzione così com’è: quattro punti percentuali in meno rispetto ad un sondaggio analogo effettuato lo scorso anno.
Luigi Medici