GIAPPONE. Dai rullini alla cosmesi alla medicina

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Oggi, cosmetici e sanitari sono le divisioni divisioni più redditizie della Fujifilm, con più di 3.4 miliardi di dollari di entrate ogni anno. Una volta un gigante del cinema e della fotografia, la società fondata nel 1934, si è data una veste nuova per sopravvivere.

Quando la prima ondata della digitalizzazione è arrivata nel 1980, Fujifilm si è innovata fornendo il digitale a raggi X per ospedali, ad esempio.
La società nipponica ha visto comunque crescere il mercato cinefotografico: nel 2001, i due terzi dei profitti della società ancora provenivano dalla pellicola fotografica.
Ma poi, l’era digitale è arrivata nel 2003, e ha colpito duramente l’azienda.

Le vendite di pellicola sono crollate di un terzo in meno di un anno: in soli sei mesi, i negozi sono passati da lavorare quasi 5.000 rullini al giorno, a meno di 1.000.

Un mercato che aveva rappresentato i due terzi dei profitti della società era scomparso in un batter d’occhio.
Per passare poi dalla padella nella brace, è emerso il telefono cellulare che ha rivoluzionato la fotografia digitale. Così le fotografie digitali divennero più economiche e veloce, e Facebook, Instagram e Twitter sono diventati i nuovi pionieri della fotografia e le vendite di smartphone sono salite alle stelle.

La società nipponica è cambiata ancora. Fujifilm ha ceduto i suoi impianti di produzione di pellicola, tagliando circa 5.000 posti di lavoro, riducendo i costi di oltre 5 miliardi di dollari. Ecco allora l’idea del farmaceutico, sanitario e cosmetico. All’apparenza alieni dalla fotografia, ma la società giapponese aveva accumulato circa 20000 composti chimici nel corso di quasi un secolo di ricerca, tutti sviluppati per la fotografia, ma ora sono divenuti gli ingredienti per la nuova divisione farmaceutica di Fujifilm.
E nella divisione cosmetica, l’azienda utilizza gli stessi processi e sostanze chimiche che in precedenza avevano contribuito a evitare la dissolvenza dei colori in fotografia.

Attualmente, l’azienda sta sviluppando farmaci per combattere il cancro e le malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e le malattie infettive, trasformandosi ulteriormente da società di fotografia a impresa scientifica.

La produzione di pellicola fotografica, che un tempo rappresentava il 70 per cento dei profitti della società, ora rappresenta meno dell’1 per cento.

Luigi Medici