GIAPPONE – Tokyo 14/09/2016. Arroganti, violenti e in diversa misura, nazionalisti. È così che i pubblici giapponesi e cinesi si vedono, secondo un nuovo sondaggio Pew che riflette le tensioni geopolitiche tra le due potenze dell’Asia orientale.
Secondo quanto riportato da Asahi Shimbun che pur essendo leggermente migliorate negli ultimi anni, le considerazioni rimangono prevalentemente negativa e peggiori di un decennio fa, nonostante l’enorme aumento di turisti cinesi che visita il Giappone (nella foto i due leader Shinzo Abe, Xi Jinping). Il quotidiano nipponico pubblica alcuni punti salienti. I sentimenti negativi toccarono l’apice nel 2013, sono scesi da allora, ma restano alti: «Giapponesi con una visione molto negativa della Cina: 2006: il 22 per cento; 2013: 48 per cento; 2016: il 42 per cento. Cinesi con una opinione molto negativa del Giappone: 2006: il 29 per cento; 2013: il 74 per cento; 2016: il 53 per cento». I giapponesi poi sono più preoccupati dei cinese per le controversie territoriali tra i due paesi e con gli altri paesi vicini «Giapponesi molto preoccupati per un conflitto: il 35 per cento; giapponesi un po ‘preoccupati: il 45 per cento. Cinesi molto preoccupati: 18 cento; cinesi un po ‘preoccupati: il 41 per cento». Andando poi sui dati prettamente sociologici, cioè come i giapponesi vedono i cinesi: «ArrogantI: 81 per cento; nazionalistici: 76 per cento; violenti: 71 per cento; come i cinesi vedono i giapponesi: «Arroganti: 70 per cento; nazionalistici: 41 per cento; violenti: 74 per cento». Andando poi sulla storia, le cose non cambiano anzi tutt’altro. Il Giappone ha più volte espresso le sue scuse per l’invasione della Cina nel 1930 e nel 1940, ma Pechino ha sempre messo in dubbio la sincerità delle dichiarazioni ufficiali e ha accusato Tokyo di «voler sbianchettare la storia». Secondo i dati del Pew: «Giapponesi che credono che il Giappone ha chiesto scusa abbastanza: 2006: 40 per cento; 2016: il 53 per cento. Cinesi che credono che il Giappone non ha chiesto abbastanza scusa: 2006: 81 per cento; 2016: il 77 per cento».