Via l’embargo dalle armi. Dice Abe

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GIAPPONE Tokyo 24/02/2014. Con un cambiamento radicale della sua politica di sicurezza, l’amministrazione giapponese di Shinzo Abe vuole allentare il divieto sull’esportazioni di armi, consentendone le spedizioni in paesi coinvolti in conflitti internazionali.

Il progetto dell’amministrazione, riporta l’Asahi Shimbun, il Giappone intende vietare comunque le esportazioni verso i paesi che sponsorizzano il terrorismo o che violano i trattati internazionali in materia di armamenti. L’opposizione si dice però preoccupata che le nuove norme, presentate dalla coalizione composta da Partito Liberaldemocratico e da Komeito, potrebbero permettere al Giappone di esportare armi quasi senza limitazioni; il Komeito, però, resta prudente circa la revoca dei divieti. La nuova normativa arriva popola definizione della nuova strategia di sicurezza nazionale, approvato a dicembre 2013, che tracciava una nuova politica in materia che sostituisse gli attuali divieti sulle esportazioni di armi. L’embargo sulle esportazioni di armi risale al 1967, Primo Ministro Eisaku Sato, poi ampliate nel 1976, da Takeo Miki, per cui: le esportazioni sono vietate ai paesi del blocco comunista, ai paesi soggetti a embargo sulle armi nel quadro delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu, e nei paesi coinvolti o con probabilità di essere coinvolti in conflitti internazionali. La prima eccezione fu fatta nel 1983, gabinetto Yasuhiro Nakasone, per permettere al Giappone di trasferire tecnologia agli Stati Uniti, principale alleato del Giappone; oggi Tokyo ha 21 eccezioni ai tre principi in materia. Il nuovo regolamento obbliga comunque il Giappone a non esportare armi quando è evidente che saranno utilizzate per distruggere la pace e la sicurezza internazionale; in tutti i casi le esportazioni di armi dovranno essere approvate dopo una rigorosa selezione da parte del governo. Tre i concetti cardine:  un divieto di esportazioni a quei paesi che violano i trattati internazionali, come quello sulle mine o sulle munizioni a grappolo, accanto alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; il secondo pilastro sarà l’approvazione della partecipazione del Giappone nello sviluppo di missili e aerei da combattimento, oggi considerata un’eccezione e la fornitura di macchinari pesanti, che le truppe giapponesi usano nelle missioni di pace delle Nazioni Unite. Il terzo pilastro prevede la garanzia del paese importatore di non usare armi giapponesi per uno scopo diverso da quello precedentemente dichiarato o di trasferirli ad un paese terzo. Le nuove norme consentiranno al Giappone di fornire uomini e mezzi alle Nazioni Unite e ad altri organismi internazionali, come avvenuto a dicembre 2013 per Unmiss in Sud Sudan. L’amministrazione Abe intende anche consentire alle imprese giapponesi di effettuare la manutenzione intraprendere di aeromobili e altre attrezzature appartenenti a basi militari statunitensi di fuori del territorio nipponico. Un placet necessario sarà quello del ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria che dovrà analizzare e vedere se è ognuna delle esportazioni contribuirà alla sicurezza del Giappone e dovrà garantire che non andranno a beneficio dei paesi sponsor del terrorismo. Dopo il parere delle Finanze, il primo ministro, il ministro della Difesa e altri sette membri del governo dovranno decidere all’interno del Consiglio di Sicurezza Nazionale, se consentire o meno le esportazioni. Vincere una serie di contratti migliorerebbe la competitività delle imprese nipponiche e conterrebbe i costi di produzione e sviluppo di nuove attrezzature, afferma l’amministrazione Abe;  in particolare, Mitsubishi è in trattative per incrementare la produzione nipponica il per Lockheed Martin F-35. Ma un aumento delle esportazioni di armi potrebbe peggiorare ulteriormente le relazioni con i vicini asiatici, in particolare la Cina. Con la nuova strategia di difesa, la spesa nipponica per la Difesa toccherà quota 391 miliardi di dollari dal 2015, spese per nuovo personale incluse. In cima alla lista dello shopping militare del Giappone, a parte il Lockheed Martin F-35, ci sono quattro nuovi aerei da “early- warning” e tre nuove aereocisterna; alcuni Bell Boeing Osprey e droni di sorveglianza Northrop Grumman RQ- 4 Global Hawk.