GERMANIA. L’antitrust tedesco mette KO Facebook

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Il 7 febbraio scorso, l’ufficio antitrust tedesco ha stabilito che Facebook stava abusando della sua posizione di mercato combinando i suoi dati con le informazioni provenienti da Instagram, WhatsApp e siti web di terze parti. L’ente tedesco ha ordinato a Facebook di fermare questa prassi in una sentenza che, potrebbe ridefinire il futuro dell’azienda, e potenzialmente anche portare alla sua disgregazione.

Come riporta il blog ClickOrlando, il fatto che la questione dei dati sia stata gestita da un’autorità di regolamentazione antitrust, piuttosto che da un ente di tutela della privacy, potrebbe segnare un importante cambiamento nel modo in cui le autorità vedono i social media. La legge antitrust si è tradizionalmente concentrata sulla questione se le aziende utilizzino o meno le loro dimensioni per escludere la concorrenza e aumentare i prezzi: «Questo caso dimostra che nell’economia digitale, i danni ai consumatori possono non sempre assumere la forma di prezzi più alti o mancanza di innovazione, ma anche di minore privacy», riporta il blog.

Facebook non fa pagare per l’utilizzo del suo social network, ma invece, gli utenti “pagano” consegnando i propri dati, che Facebook trasforma poi in denaro reale vendendo pubblicità mirate, questo il succo della sentenza. Negli ultimi anni ha arricchito il suo patrimonio di dati acquistando Instagram e WhatsApp.

L’antitrust tedesca ha sostenuto che Facebook controlla oltre il 95% del mercato dei social media del paese, il che significa che gli utenti devono scegliere tra la sua raccolta dati e non usare i social media. Ha detto che aziende come Snapchat, YouTube e Twitter di Google non offrono gli stessi servizi di Facebook e quindi non possono essere incluse nel mercato; l’ente ha ordinato a Facebook di avere il consenso esplicito degli utenti a raccogliere e combinare i loro dati. Facebook ha detto che non era d’accordo con la decisione e prevede di fare ricorso. 

La Commissione europea, la principale autorità di regolamentazione antitrust europea, ha dichiarato di aver “preso atto” della decisione tedesca e la Commissione potrebbe eventualmente avviare un’indagine analoga. Lo scorso anno l’Ue ha inflitto a Google un’ammenda antitrust record di 4,3 miliardi di euro. 

Maddalena Ingroia