GERMANIA. Gli Yazidi fanno causa a Berlino colpevole di non processare i jihadisti ISIS

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Il Consiglio delle Donne Yazide ha intentato una causa contro i ministri tedeschi della Giustizia e dell’Interno, per ostruzione della giustizia, secondo quanto riportato dai media tedeschi. Il gruppo accusa il governo di Berlino di non aver perseguito gli appartenenti tedeschi delle milizie dello “Stato islamico”, detenuti dalle forze guidate dai curdi nella Siria settentrionale.

Centinaia di combattenti stranieri e le loro famiglie sono, infatti, in custodia curda. La questione di come dovrebbero essere giudicati e da chi, è un problema difficile che molti paesi europei, compresa la Germania, si trovano ad affrontare. Secondo le informazioni citate dalle emittenti pubbliche Ndr e Wdr, ci sono almeno 74 mujahidin tedeschi dello Stato Islamico attualmente in custodia nelle prigioni curde in Siria. La procura federale tedesca ha emesso mandati d’arresto per 21 di queste persone con accuse che vanno dal sostegno a un’organizzazione terroristica alla commissione di crimini di guerra, riporta Dw.

Il Consiglio delle donne Yazide ha dichiarato che il governo di Berlino ha commesso il “reato di ostruzione della giustizia” rifiutando le offerte dell’amministrazione curda di restituire questi sospetti affinché possano essere processati in Germania. La denuncia è rivolta in particolare al ministro della Giustizia Katarina Barley e al ministro dell’Interno Horst Seehofer.

«Il risultato di questo rifiuto di trasferire cittadini tedeschi sotto la custodia dell’amministrazione locale nella Siria settentrionale e orientale… ha ritardato – se non addirittura impedito – la punizione», ha affermato l’avvocato Berthold Fresenius, avvocato del Consiglio.

Il dibattito sul rimpatrio dei foreign fighter ISIS detenuti nel nord della Siria è stato iniziato nell’ottobre 2018 dai curdi.

Alla Germania era stato chiesto di riprendersi i propri cittadini per poterli processare fornendo le prove dei crimini commessi. Berlino però manifestò il suo diniego sia ai contatti che al rimpatrio. Sta propio qui l’accusa che viene mossa di ostruzione all giustizia.

«Rifiutandosi di rimpatriare i cittadini tedeschi in arresto presso l’amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale ai fini dell’accusa, la pena, se non omessa, è almeno significativamente rinviata. In particolare, il ministro della Giustizia, nell’ambito dei suoi poteri di direzione delle autorità penali, e il ministro dell’Interno, nell’ambito dei suoi poteri nei confronti delle forze di polizia, sono chiamati a dar vita all’azione penale» ha detto Fresenius.

Maddalena Ingrao