GERMANIA. Chiude definitivamente l’ostello Kim a Berlino

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Le autorità della capitale tedesca, Berlino, hanno confermato la scorsa settimana la chiusura di un ostello situato all’interno dell’ambasciata nordcoreana che era stato accusato di fornire un flusso di cassa al regime di Pyongyang.

L’amministrazione di Berlino ha detto di essersi attenuta al rispetto delle sanzioni delle Nazioni Unite contro la Corea del Nord.

«La questione è chiusa», recita una dichiarazione delle autorità centrali del distretto di Mitte, nel centro di Berlino, riporta Efe. Gli sforzi per chiudere il City Hostel Berlin sono iniziati nel 2017, quando l’Unione Europea ha vietato qualsiasi attività sospettata di generare denaro, direttamente o indirettamente, che poi venisse utilizzato per lo sviluppo del programma nucleare del regime nordcoreano, in linea con le sanzioni ONU.

I giudici di Berlino avevano già ordinato la cancellazione della licenza dall’ostello, ma il trasferimento dell’attività aveva subito un rallentamento per un ricorso contro il provvedimento.

Un tribunale tedesco ha respinto il ricorso a fine gennaio, ma una serie di ostacoli giudiziari ne ha ritardato l’esecuzione. Il processo ha influito sui rapporti tra le autorità di Berlino-Mitte e il ministero degli Esteri tedesco, che hanno fatto pressione per una rapida soluzione della questione al fine di soddisfare i requisiti dell’Onu.

L’ostello si trova nell’ex territorio di Berlino Est e una volta faceva parte dell’ambasciata della Corea del Nord nella Germania dell’Est durante la Guerra Fredda. L’edificio ospitava i delegati in visita nella Repubblica Democratica Tedesca, e oggi era ancora parte del complesso diplomatico nordcoreano.

Attirava folle di saccopelisti, data la sua vicinanza ad alcuni dei principali siti turistici della capitale tedesca, alle zone commerciali, ai musei e ai luoghi di interesse, tra cui il Checkpoint Charlie, proprio per i suoi prezzi economici. L’ostello era stato aperto nel 2007 sotto la gestione del City Hostel ed era stato accusato di essere utilizzato per finanziare il regime di Kim Jong-un.

Anna Lotti