Dichiarazione di Tangeri: scambio di informazione per arginare il terrorismo

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MAROCCO-Tangeri. 20/11/14. La scorsa settimana a Tangeri si è svolto il Forum “Madayiz 2014”. Quest’anno dedicato alle minacce del terrorismo. Dal forum durato 4 giorni ne è uscita un documento: “Dichiarazione di Tangeri” in cui la comunità internazionale è chiamata a intensificare gli sforzi per affrontare i pericoli che minacciano la stabilità e la sicurezza della regione araba e africana, in particolare: il terrorismo, l’estremismo e separatismo, attraverso la creazione di un meccanismo di consultazione e scambio di informazioni al fine di combattere tutte le forme di contrabbando, come la droga, armi ed esseri umani.

I partecipanti a questo forum, che ha iniziato la sua attività giovedì 13 novembre ha puntato i riflettori sulle questioni del mondo arabo, ha elogiato l’efficacia della politica del Marocco per combattere il terrorismo , che dipende dalle approcci e realistica efficace, durevole e tendenze, oltre alla transizione democratica senza “incidenti”, stesso dicasi per la Tunisia, mentre vi è molta preoccupazione per il conflitto tribale e religiosa che colpisce la Libia, e minaccia la sua integrità e la stabilità, tre anni dopo la caduta del regime di Gheddafi e l’intervento delle forze internazionali.
Ad Ibrahim El Fassi Fihri, presidente dell’Istituto, “Amadeus”, è stato affidato il compito di di tenere una riunione di emergenza alla Mecca, con tutti gli attori coinvolti nella crisi libica, al fine di raggiungere una completa riconciliazione nazionale, sviluppare un progetto politico consensuale da parte di tutte le parti in conflitto, sottolineando allo stesso tempo, la necessità di un intervento della comunità internazionale per contribuire a risolvere questa crisi nel quadro naturale regionale, che include il Maghreb e la regione del Sahel, in modo da essere più coinvolti nella realizzazione di una soluzione definitiva alla crisi libica.
Per quanto riguarda la questione palestinese, il conflitto israelo-palestinese, il documento ha evidenziato 15 raccomandazioni, la necessità di lavorare senza sosta per trovare una soluzione al conflitto arabo-israeliano, nel quadro di legittimità internazionale e sulla base della soluzione sovrano a due stati con Gerusalemme come capitale di uno Stato palestinese, e il ritiro di Israele ai confini del 1967 e la cessazione politica di insediamento immediato, e mettendo in evidenza la (documento) che non riesce a trovare una soluzione al conflitto israelo-palestinese senza raggiungere la riconciliazione tra Fatah e Hamas.
Per quanto riguarda le questioni sociali e di sviluppo economico, ha annunciato il suo sostegno e l’incoraggiamento di integrazione economica regionale, in particolare a livello del continente africano, attraverso l’attuazione di una strategie settoriali integrate e integrate, e di promuovere la libera circolazione tra i paesi europei e africani, con priorità per studenti, ricercatori e uomini d’affari, la società civile e gli eventi culturali per promuovere sviluppo congiunto del capitale umano.
La settima sessione del Forum su “Madayiz 2014,” ha visto la partecipazione di oltre 200 personalità provenienti da oltre 60 paesi, tra cui ministri, attuali e passati e un certo numero di africani, arabi e paesi europei, guidati da un membro del Comitato Esecutivo dell’OLP, Saeb Erekat, e il primo ministro tunisino Mehdi Juma, che ha vinto il premio annuale per il Forum di quest’anno, come riconoscimento ai suoi sforzi per garantire una transizione democratica in Tunisia senza conflitti.
I partecipanti hanno discusso, nei quattro giorni, di diverse questioni inerenti alla situazione nel mondo arabo, in particolare le nuove prospettive politiche in Medio Oriente, data la regione geo-strategica.
Il Forum ha anche discusso i temi della sicurezza alimentare e le sfide di energia e il futuro delle relazioni tra gli Stati Uniti e il mondo musulmano e l’eventuale normalizzazione delle relazioni tra l’Iran e la comunità internazionale, oltre alle sfide alla sicurezza di fronte al terrorismo e l’estremismo.
È interessante notare che l’Istituto “Amadeus”, che è stato istituito nel 2008, è un centro studi indipendente marocchino, nato al fine di migliorare l’immagine del Marocco e della regione del Maghreb a livello internazionale, e cerca di interpretare le principali tendenze delle relazioni bilaterali e l’analisi multilaterale Marocco, e le sintesi di uscita “concrete e pratiche” su temi strategici secondo la visione del Marocco e del Maghreb e del sud del Mediterraneo.