Gas: cambia approccio Gazprom

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RUSSIA – Mosca 19/12/2014. L’accordo di Gazprom con il società petrolchimica tedesca Basf non si è concretizzato a causa delle tensioni politiche.

Secondo un comunicato stampa della Basf del 18 dicembre, le società non hanno deciso di chiudere l’asset swap, progettato per essere realizzato alla fine del 2014. Wintershall, una controllata Basf, possiede il 50% della joint venture con Gazprom – Achimgas, che sviluppa già i depositi di Achimov del campo di Urengoy. La società possiede anche il 35% nel deposito South-Russian, così come azioni del North Stream, South Stream e dell’Opale. Secondo Basf, la joint venture tra Gazprom e Wintershall continuerà a essere operativa. Alla fine del 2012, Gazprom e Basf avevano firmato un accordo per lo scambio di beni; il 4 dicembre 2013, la Commissione europea aveva approvato l’asset swap e le società avevano intenzione di chiudere l’affare a fine 2014. Gazprom sperava di ottenere l’accesso ai consumatori finali in Europa, scambiando beni con Wintershall, riporta Vedomosti. In base all’accordo, Wintershall doveva ricevere il 25% più una azione nei due siti dei depositi Achimov del campo di Urengoy. Gazprom avrebbe aumentato la sua partecipazione dal 50 al 100 per cento in Wingas, Wieh e Wiee, aziende che vendono il gas naturale alla Germania e ad altri paesi europei. Wintershall doveva affidare a Gazprom l’attività di stoccaggio di gas in Europa e una quota di produzione di gas nel Mare del Nord. L’accordo doveva essere chiuso nell’estate del 2014. Nel mese di luglio, Basf aveva annunciato che l’accordo sarebbe stato rinviato all’autunno a causa di difficoltà nella registrazione legale. La decisione è stata presa in un contesto di cambiamenti nelle relazioni “gasifere” tra Russia e Europa, riporta il Kommersant. Secondo il quotidiano, la Commissione europea stava preparando il progetto di costituire una struttura energetica dell’Ue. Il piano dovrebbe essere presentato nel gennaio 2015, e conterrebbe norme nuove riguardanti l’interazione con il fornitore di gas più grande in Europa: la Russia. Però alla luce delle nuove restrizioni agli investimenti europei in società russe del settore energetico, i commissari europei per l’energia, il commercio, l’industria e la concorrenza hanno sviluppato un programma stringente degli acquisti di gas naturale importato nel 2015. Il regolamento è direttamente rivolto contro Gazprom, che possiede diverse attività di trasporto e distribuzione nell’Ue. Il coinvolgimento della società nelle vendite potrebbe aumentare drammaticamente come risultato dell’asset swap con la Basf. Gazprom ha recentemente cambiato il suo approccio all’acquisizione di asset attivi in Europa. Dopo che la Russia ha rifiutato di costruire il gasdotto South Stream in Bulgaria lungo i fondali del Mar Nero, il Ceo di Gazprom, Alexei Miller, ha detto: «La nostra strategia in relazione al mercato europeo sta cambiando; in linea di principio, la decisione di chiudere di South Stream segna l’inizio della fine del nostro modello di lavoro sul mercato, quando ci siamo concentrati sugli invii ai consumatori finali presenti sul mercato europeo». L’approccio della Commissione europea in merito alle forniture di gas con la Russia è stato sempre più rigoroso; Gazprom sta cambiando il suo atteggiamento verso gli investimenti in Europa: «Il punto di non ritorno non è ancora stato passato, ma la “biforcazione” è già ben visibile. Bisogna capire se rimarremo partner strategici nel settore del gas, o saremo solo partner commerciali» ha detto il co-presidente del comitato consultivo Ue-Russia per il gas, Vladimir Feigin.