L’ex ministro degli Interni gambiano di Yahya Jammeh potrebbe rispondere delle accuse di crimini contro l’umanità, secondo le autorità svizzere, dopo che un gruppo ha presentato una denuncia penale contro di lui.
La polizia svizzera ha fermato e arrestato l’ex-ministro degli Interni Ousman Sonko (nella foto) a Berna lo scorso gennaio dopo una denuncia internazionale, presentata da Trial International, nei suoi confronti che lo accusava di aggressioni gravi, coercizione e sequestro di persona, riporta il sudafricano Defence Web.
L’Ufficio del procuratore generale della Svizzera ha detto che ora deve seguire la denuncia contro Sonko.
Trial International, che raccoglie prove su casi in cui si ritenga che i diritti umani siano stati violati, ha detto di aver raccolto prove sufficienti che la Procura federale svizzera ha detto di aver ricevuto: «La Procura ritiene che gli elementi presentati nella richiesta non escludono un sospetto del reato di crimini contro l’umanità», si legge nel comunicato.
«Fino alla fine del periodo di tre mesi dell’inchiesta, la Procura effettuerà ulteriori indagini, in particolare, al fine di stabilire se vi siano motivi sufficienti per stabilire l’accusa di crimini contro l’umanità».
Yahya Jammeh, che ha perso le elezioni presidenziali a dicembre 2016, vinte dal nuovo presidente Adam Barrow, rientrato nel paese dalla Guinea Equatoriale a gennaio, ha negato le accuse di torture e omicidio degli avversari durante i suoi 22 anni di potere. Jammeh, inoltre, si era rifiutato di riconoscere la sconfitta gettando il paese sull’orlo del baratro.
Durante il suo dominio, iniziato nel 1994, il Gambia ha visto ogni anno migliaia di persone in fuga attraverso il Sahara e il Mediterraneo verso l’Europa.
Ousman Sonko aveva chiesto asilo in Svizzera ai primi di novembre e aveva vissuto in un centro di asilo nella capitale elvetica, Berna, prima di essere preso in custodia dalla polizia il 28 gennaio scorso.
Luigi Medici