
La Francia ha perso del tutto il suo appeal in Africa. Nonostante gli sforzi per ridurre la sua presenza, due dei suoi più stretti alleati hanno sferrato un doppio colpo che hanno steso Parigi al tappeto.
Il governo del Ciad, considerato il partner più stabile e leale della Francia in Africa, ha annunciato nel giorno della sua indipendenza che avrebbe posto fine alla cooperazione in materia di difesa per ridefinire la sua sovranità, riporta AP. E in un’intervista pubblicata ore dopo da Le Monde, il nuovo presidente del Senegal ha affermato che era “ovvio” che presto i soldati francesi non sarebbero stati sul suolo senegalese: ”Solo perché i francesi sono qui dai tempi della schiavitù non significa che sia impossibile fare altrimenti”, ha affermato il presidente Bassirou Diomaye Faye.
Gli annunci sono arrivati mentre la Francia stava compiendo sforzi per rilanciare la sua influenza in declino sul continente. Il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot stava completando una visita in Ciad ed Etiopia, e il presidente Emmanuel Macron per la prima volta aveva riconosciuto l’uccisione di ben 400 soldati dell’Africa occidentale da parte dell’esercito francese nel 1944.
Le autorità francesi sono rimaste in silenzio per quasi 24 ore dopo l’annuncio del Ciad, affermando infine di essere in “stretto dialogo” sul futuro della partnership. Le decisioni del Senegal e del Ciad “fanno parte della più ampia trasformazione strutturale nell’impegno della regione con la Francia, in cui l’influenza politica e militare di Parigi continua a diminuire”, riporta AP.
Seguono la cacciata delle forze francesi negli ultimi anni da parte dei governi guidati dai militari in Niger, Mali e Burkina Faso, dove i sentimenti locali si sono inaspriti dopo anni di combattimenti delle forze francesi al fianco di quelle locali di fronte a ostinate insurrezioni estremiste islamiche.
Jean-Marie Bockel, inviato personale di Macron per l’Africa, il mese scorso ha presentato a Macron il suo rapporto sull’evoluzione della presenza militare francese in Africa. Faceva parte del “rinnovo della nostra partnership con i paesi africani” che Macron aveva annunciato in un discorso del 2017 in Burkina Faso nei primi giorni della sua presidenza.
I dettagli del rapporto di Bockel non sono stati resi pubblici. Ma, stando all’agenzia statunitense, la Francia mirava a una forte riduzione del suo esercito in tutte le sue basi in Africa, ad eccezione della nazione del Corno d’Africa di Gibuti, dove Macron dovrebbe recarsi prossimamente.
I funzionari hanno affermato che ciò non significa necessariamente che la Francia ridurrà la cooperazione militare, ma piuttosto che risponderà alle esigenze espresse dai paesi. Potrebbe significare fornire una formazione più specifica sulla sorveglianza dello spazio aereo o sui droni e altri velivoli. La Francia potrebbe anche schierare truppe su base temporanea, con riduzioni significative.
L’esercito francese all’inizio di quest’anno ha anche istituito un comando per l’Africa, simile all’AFRICOM statunitense. Il comandante di recente nomina Pascal Ianni è specializzato in guerra di influenza e informazione, un’esigenza evidenziata dalla crescente presenza della Russia in Africa.
Nel frattempo, la Francia sta cercando di rafforzare la sua presenza economica nei paesi anglofoni dell’Africa come la Nigeria: i suoi due maggiori partner commerciali nel continente sono già Nigeria e Sudafrica. Al momento dell’annuncio del Ciad, Macron stava ospitando colloqui con il presidente nigeriano Bola Tinubu.
Dall’indipendenza delle colonie francesi in Africa, la Francia ha mantenuto una politica di influenza economica, politica e militare soprannominata Françafrique, che includeva l’impiego di migliaia di truppe permanenti nella regione.
La Francia ha ancora 600 soldati in Costa d’Avorio, 350 in Senegal e 350 in Gabon, oltre a circa 1.500 a Gibuti. Il ministero della Difesa francese ha affermato che il ruolo delle truppe francesi in Africa è addestrare i soldati locali e rafforzare le loro capacità di combattere l’estremismo, principalmente nel mantenimento della pace, nell’intelligence e nella logistica.
Il crescente sentimento anti-francese ha portato a proteste di piazza in diversi paesi dell’Africa occidentale e settentrionale, mentre i governi che hanno ottenuto il potere sulla base di promesse di ridefinire le relazioni con l’Occidente affermano che i legami con la Francia non hanno giovato alla popolazione, preferendo nell’ordine Russia, Cina, Turchia.
Il Ciad, ad esempio, confina con quattro paesi con presenza militare russa e a gennaio 2024, Deby si è recato a Mosca per rafforzare le relazioni con il “paese partner”. I leader militari di Niger, Mali e Burkina Faso che hanno espulso l’esercito francese si sono avvicinati alla Russia.
La partenza delle forze francesi ha creato un “enorme vuoto di sicurezza”: la situazione della sicurezza è peggiorata in quei paesi, con un numero crescente di attacchi estremisti e morti di civili sia da parte di gruppi armati che di forze governative. Nei primi sei mesi di quest’anno, sono stati uccisi 3.064 civili, secondo l’Armed Conflict Location and Event Data Project, un aumento del 25% rispetto ai sei mesi precedenti.
Antonio Albanese
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