FRANCIA – Parigi 19/03/2015. La Francia non ha mai affrontato una così grande minaccia terroristica, ha detto il suo primo ministro il 19 marzo.
Le nuove misure sono state criticate da gruppi per i diritti civili e dalle società internet oggi sotto pressione per questioni di privacy. In seguito agli attacchi di Parigi nel mese di gennaio, e un giorno dopo l’attentato al museo tunisino, il governo ha detto che simili misure erano vitali per efficaci operazioni di polizia. «Non ci può essere una zona senza legge nello spazio digitale» ha detto Manuel Valls «Perché spesso non si è in grado di prevedere la minaccia, i servizi devono avere il potere di reagire rapidamente» riporta l’Afp. La nuova legge permette alle autorità di spiare le comunicazioni digitali e mobili di chiunque sia legato a un’inchiesta sul terrorismo senza previa autorizzazione di un giudice; mentre i fornitori di servizi Internet (Isp) e le società di telefonia devono fornire i dati su richiesta delle autorità di polizia. I servizi di intelligence hanno il diritto di mettere telecamere e dispositivi di registrazione in abitazioni private e possono installare dispositivi “keylogger”, che registrano ogni battuta della tastiera di un computer. Le autorità hanno il diritto di mantenere le registrazioni per un mese, e i metadati per cinque anni. Valls ha cercato di dissipare i timori sulla legge considerata come una versione francese del “Patriot Act”, introdotto dagli Stati Uniti in risposta agli attacchi dell’11 settembre 2001, che da ai servizi segreti ampi poteri di controllo sui suoi cittadini. Le procedure saranno «definite con precisione», qualsiasi richiesta di dati dovrà essere «giustificata” e la decisione di iniziare la sorveglianza sarà presa personalmente dal primo ministro, per un tempo limitato. «Non permette in alcun modo una sorveglianza generalizzata dei cittadini», ha detto Valls «Tutti possono esprimere le loro preoccupazioni, ma la nostra responsabilità è quella di lottare contro il terrorismo nel modo più efficace possibile». La Francia è uno degli ultimi paesi occidentali ad approvare una legislazione aggiornata in materia di sorveglianza, basandosi ancora su una legge approvata nell’era “pre-Internet”: nel 1991. Ma gli attivisti per i diritti civili hanno pesantemente criticato il disegno di legge: il presidente di Human Rights League – France, Pierre Tartakowsky, ha dichiarato: «Stiamo mettendo in atto un sistema che sta potenzialmente uccidendo libertà. Con il pretesto di migliorare la sorveglianza, stiamo sacrificando le libertà individuali». Tuttavia, i sondaggi mostrano che i francesi vogliono intensificare la sorveglianza sulla scia degli attentati di gennaio. Un sondaggio Ipsos, fatto per la stazione radio Europa 1 e per il quotidiano Le Monde, effettuato alla fine di gennaio, ha mostrato che il 71 per cento delle persone erano a favore dell’effettuazione di intercettazioni generalizzate senza un mandato di un giudice.