FMI: India in buona salute

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STATI UNITI D’AMERICA – Washington 03/03/2016. Notando che l’economia indiana si sta avviando a recuperare il suo deficit, il Fondo monetario internazionale ha stimato la sua crescita al 7,3 per cento per il 2015-16, con un picco fino a 7,5 per cento nel 2016-17.

Con la rinascita dell’attività industriale, la ripresa degli investimenti privati ​​dovrebbe contribuire ad ampliare il recupero aiutata da agevolazioni, azioni politiche positive, e ridotte vulnerabilità esterne, afferma il Fmi. Dalla fine del 2014, il crollo del prezzo del petrolio ha favorito l’attività economica in India e ha sostenuto un ulteriore miglioramento del bilancio, e generato un forte calo dell’inflazione, si legge nel documento di analisi.«Una serie di misure dal lato dell’offerta (tra cui la messa in circolazione del surplus di grano) e di una politica monetaria appropriata hanno contribuito al calo dell’inflazione, da una media di circa il 9,5 per cento durante il 2011-13 al 5,6 per cento nel mese di dicembre 2015», prosegue il documento. Quindi, grazie alle sue vulnerabilità ulteriormente ridotte e a migliori prospettive di crescita, l’India ha sperimentato forti afflussi di investimenti diretti esteri nel 2015. Di conseguenza, le riserve internazionali sono aumentate passando da 46,7 miliardi di dollari alla fine di marzo 2014, ai $ 350,4 miliardi della fine di dicembre 2015. Tuttavia, le aspettative di inflazione legata al settore immobiliare e grandi deficit fiscali rimangono vere sfide macroeconomiche, con conseguente spazio politico limitato per sostenere la crescita attraverso misure di gestione della domanda, prosegue Fmi; sull’economia indiana pesano esportazioni anemiche e debolezze contabili delle banche pubbliche. Maggiori investimenti nel governo delle infrastrutture pubbliche e il risanamento dei bilanci sia delle banche che pubblici dovrebbe anche agevolare gli investimenti privati. Il Fmi ha apprezzato in particolare le misure volte ad aumentare la spesa in infrastrutture pubbliche, a razionalizzare sussidi, a creare opportunità nel mercato del lavoro e a migliorare l’inclusione finanziaria. Rischi futuri potrebbero essere la volatilità finanziaria globale del mercato, un potenziale ulteriore deterioramento delle esportazioni, e le tensioni bancarie.