Interessi danesi nelle Filippine

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FILIPPINE – Davao City. 22/06/13. Cresce l’interesse degli investitori danesi nei confronti delle Filippine. Lo sviluppo economico e la simpatia per il governo di Benigno Aquino hanno portato la Danimarca a voler estendere la propria presenza nelle Filippine, se non con un’ambasciata vera e propria, perché troppo dispendiosa, almeno con un ufficio commerciale stabile.

Nicolai Ruge, ambasciatore danese in Malesia, sostiene che in questo modo la Danimarca rafforza il proprio impegno nelle Filippine, avviato con la creazione di un nuovo consolato onorario a Davao City. La Danimarca ha chiuso la sua ambasciata qui nel 2002, in seguito a una politica di riduzione dei costi, e mantiene i suoi rapporti con il paese attraverso i suoi consolati onorari, i primi due a Manila e Cebu. Nicolai Ruge è ambasciatore danese in Malesia, ma è anche ambasciatore designato nelle Filippine e sovraintende gli affari nel paese da Kuala Lumpur. Egli ha affermato che il governo danese e la Confederazione delle industrie danesi stanno pensando di inviare una missione commerciale nelle Filippine quest’anno, nell’intento di offrire alle aziende che non hanno ancora familiarità con il paese un’importante opportunità per esplorare il mercato, incontrare le persone e le istituzioni chiave. Di particolare interesse è la forza lavoro delle Filippine, sostiene sempre Nicolai Ruge, nonché la crescita della classe media, che potrebbe appassionarsi ai beni di consumo danesi più costosi.  

Tale intendo di intensificare le relazioni commerciali con le Filippine da parte della Danimarca rientra pienamente nella politica di Benigno Aquino, presentata in occasione del World Economic Forum (WEF) dell’Asia orientale a Naypyitaw (Myanmar) i primi di giugno. Come annunciato prima dell’incontro, il presidente filippino ha sottolineato i vantaggi che gli investitori avrebbero nelle Filippine: «Abbondanti risorse naturali, persone istruite, un governo che si impegna contro la corruzione, per le riforme e per la democrazia». 

Ogni paese presente al forum ha dichiarato gli impegni che intende prendersi, in un’ottica di integrazione, cooperazione e crescita dell’Asia orientale. Il presidente del Myanmar, Thein Sein, ha espresso il suo intento di riformare l’economia della sua nazione prendendo le distanze dal  modello di governo centralizzato e indirizzandosi verso quello basato sul libero mercato; ha poi  sottolineato la necessità di cooperare con l’Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico (ASEAN), in particolare perché il Myanmar è candidato ad assumere la presidenza dell’ASEAN nel 2014.

Il primo ministro del Viet Nam Nguyen Tan Dung ha manifestato l’impegno del suo paese per la cooperazione regionale ed ha evidenziato l’urgenza di un’azione vigorosa per raggiungere l’obiettivo dell’integrazione dell’ASEAN. Il primo ministro del Laos ha sottolineato a sua volta l’importanza della collaborazione regionale; questa ha consentito la recente rapida crescita del paese e diminuito il tasso di povertà delle famiglie.  Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del WEF, ha sottolineato la necessità per la comunità WEF di garantire che le generazioni future traggano beneficio dalla crescita attuale.  Ha detto che questo avrebbe richiesto il coinvolgimento di nazioni vicine, della comunità internazionale e del settore privato, tra le altre parti interessate.

I partecipanti al WEF erano più di 1000. Più di 550 imprenditori, oltre 60 aziende da tutto il mondo, insieme con la comunità civile, il mondo accademico e i media per discutere le opportunità che ha l’Asia orientale. Il Forum l’anno prossimo si terrà nelle Filippine.