Investire in Lituania conviene

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LITUANIA – Vilnius. Stando ranking approntato da Bloomberg, la Lituania è salita di tre posizioni rispetto al 2011, nella classifica dei luoghi dove si è dimostrato proficuo investire lo scorso anno. Con il suo numero 37 nel posizionamento mondiale, si è mostrato l’unico stato baltico in ascesa, vedendo la Lettonia declassata dal 28esimo al 36esimo posto e l’Estonia passare dal 34esimo al 43esimo gradino.

Il contesto economico favorevole, resta uno dei più importanti criteri di selezione per le aziende estere nello scegliere dove investire. Il piccolo stato baltico, si conferma come un’economia europea in crescita, contornata da vicini afflitti da una stagnazione perdurante. Lo scorso anno, il Pil lituano è cresciuto del 3,6%, dopo aver fatto registrare una crescita del 6% nel 2011, proiettandone una del 3% per l’anno corrente. Di certo, la sua ascesa, ingenererà un circolo virtuoso, aumentando la fiducia degli investitori e, di conseguenza, il proprio profilo paese.

Le motivazioni vanno ricercate nella produttività del lavoro, aumentata del 7% nel 2010 e del 4% nel 2011, con salari reali che hanno in realtà stagnato; ossia, la crescita della retribuzione nominale è stata interamente compensata da un’inflazione che ha mantenuto i salari reali al di sotto dei livelli ante-crisi economica. Inoltre, la forza lavoro lituana, si sta dimostrando non solo qualificata, ma anche istruita, con più della metà della popolazione che parla correntemente tre lingue.

All’orizzonte, l’ammissione della Lituania nell’Eurozona prevista per il 2015, con i conseguenti obblighi di consolidamento di bilancio e di stabilità macroeconomica legati ai criteri di Maastricht, che renderanno più sicuro un investimento diretto estero nello stato baltico. Il governo lituano ha infatti stimato che nell’anno corrente il deficit di bilancio diminuirà di mezzo punto percentuale rispetto al 2012, raggiungendo la soglia del 2,5%; con un rallentamento dell’inflazione dal 4,1% del 2011 al 3,2% previsto per i prossimi mesi.

Nel determinare questa speciale gerarchia dei posti dove è più conveniente investire, Bloomberg ha preso in esame 160 mercati in una scala che va da 0 a 100, incentrata su 6 fattori, corrispondenti alle spese per avviare un business, al costo d’affitto e di trasporto dei beni, al grado di integrazione economica, al tasso di inflazione e corruzione, nonché alla maturità della domanda interna di consumo.
In base a tali criteri, Hong Kong, si è confermato nel 2012 come il miglior posto dove fare affari; mentre, gli Stati Uniti, sono passati dalla terza alla seconda posizione, con il Giappone subito al seguito. Al quarto posto troviamo, l’Olanda, e a seguire la Germania, l’Australia e il Canada, Singapore, la Danimarca e il Regno Unito.