FILIPPINE. USA in campo a Marawi contro ISIS

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ISIS ha allargato la fetta della città di Marawi sotto il suo controllo: oggi sarebbe al 50% mentre una settimana fa ne controllava solo il 10%. Le operazioni messe in atto dalle forze armate filippine si stanno rivelando insufficienti a contenere l’azione dei mujahidin ISIS, riportano fonti social dell’alveare ISIS.

Dopo non aver rispettato le scadenze per riprendere la città, i militari hanno detto che non fisseranno più scadenze nelle operazioni contro i terroristi islamici.

Come riporta Philstar, il portavoce delle Forze Armate filippine, generale Restituto Padilla, ha ammesso che l’espulsione dalla città dei militanti di Maute-ISIS può richiedere più tempo perché le forze di sicurezza stanno evitando vittime civili. «Le operazioni che stiamo facendo non sono così facili come quelle che stiamo facendo nella giungla. Ci vorrà un po’ di tempo prima di ripulire ogni casa da qualsiasi elemento armato, umano o meccanico. Quindi preghiamo di avere una buona dose di pazienza, ma stiamo arrivando», ha poi aggiunto. «Le nostre regole di ingaggio sono molto diverse in ambiente urbano. Dobbiamo essere molto attenti, dobbiamo (…) evitare di colpire persone innocenti. Attualmente è in corso il lento processo di liberazione di Marawi», ha detto il generale.

Il governo ha ripetutamente fallito nel centrare i propri obiettivi auto-imposti sulla crisi di Marawi, che ha avuto inizio dopo che i terroristi hanno preso la città il 23 maggio 2017.

Le forze di sicurezza hanno iniziato le operazioni contro i militanti del Maute-ISIS lo scorso 2 giugno, incontrando una grande resistenza in un ambiente urbano con molti civili presenti; il 4 giugno il presidente Duterte ha dichiarato che la crisi sarebbe potuta finire in “circa tre giorni”, ipotesi smentita dai fatti; successivamente i militari hanno dato come scadenza il 12 giugno, il 119° anniversario dell’indipendenza filippina, altro fallimento.

Al 31 maggio, le forze del Califfato controllavano tre dei 96 barangay (quartieri), circa il dieci per cento di Marawi; il 13 giugno, i militari hanno detto che i militanti islamici controllavano quattro barangay, circa il 20 per cento della città; fonti social affermano che ISIS controlla al 14 giugno, il 50% della città.

Inoltre ISIS avrebbe piazzato artiglieria pesante nell’area con la quale martellano le posizioni dei marine di Manila e contraerea con cui bersagliano gli aerei e gli elicotteri che cercano di bombardare. 

Sul terreno, inoltre, le forze speciali Usa presenti a Zamboanga per fornire assistenza contro  Abu Sayyaf, starebbero assistendo i militari filippini, ma non starebbero combattendo. Affermazione smentita da una serie di immagini postate direttamente dall’area operativa di Marawi in cui gli operatori Usa sono schierati in pattugliamento (nella foto). I militari filippini si sono mostrati infastiditi dalle polemiche per la presenza degli Stati Uniti a Marawi City; lo stesso Rodrigo Duterte aveva negato di aver chiesto aiuto a Washington, mostrando una frattura tra la sfera politica quella militare nella gestione della crisi.

Il generale Padilla ha giustificato la loro presenza affermando «noi non abbiamo ancora la capacità. Ora, siamo in procinto di raggiungerla»; aggiungendo che è stato più facile chiedere l’assistenza delle forze americane perché le Filippine e gli Stati Uniti hanno già un meccanismo per la cooperazione nella difesa, pur restando aperti ad aiuti di altri paesi, lasciando la porta aperta per possibili presenze russe o cinesi nella gestione della crisi di Marawi. Padilla non ha detto quanti soldati americani ci siano ora a Marawi, ma ha detto che le truppe statunitensi forniscono assistenza tecnica.

Graziella Giangiulio