Ancora una volta, la disputa su Scarborough Shoal minaccia di mandare a picco le relazioni tra Filippine e Cina. A due anni dall’inizio del suo mandato, il presidente filippino Rodrigo Duterte si trova di fronte a una diffusa reazione dell’opinione pubblica di fronte alle notizie secondo cui la guardia costiera cinese starebbe controllando la scogliera contesa e le zone circostanti e bloccherebbe i pescatori filippini.
Il Gma Network, network televisivo molto popolare nelle Filippine, ha trasmesso una serie di servizi in cui i pescatori filippini hanno accusato le forze cinesi di prendere con la forza fino a 30 chili del loro pescato in cambio di tagliatelle e sigarette. Le immagini di pescatori filippini, che si lasciano impotenti confiscare dalle forze cinesi il pescato, hanno suscitato la rabbia del pubblico in un paese dove Pechino è vista attraverso secolari e profondi sospetti e pregiudizi. Ai sensi della legge filippina, Scarborough Shoal, insieme alla catena di isole Spratly, è considerato territorio sotto la potestà di Manila sotto il nome di Bajo de Masinloc. Scarborough Shoal è una delle più antiche zone di pesca conosciute delle Filippine.
Le Filippine vi hanno esercitato una sovranità continua ed effettiva sin dal periodo coloniale, quando il paese era sotto l’amministrazione della Spagna e, più tardi, degli Stati Uniti. La Cina, tuttavia, sostiene che l’area fa parte dei suoi possedimenti insulari nel Mar Cinese Meridionale fin dall’antichità. Dal 2012, in seguito al miglioramento dei legami bilaterali con le Filippine con l’Amministrazione Duterte, la Cina ha allentato le restrizioni all’ingresso dei pescatori filippini nella zona e sulla base di un accordo informale concluso alla fine del 2016, i due paesi hanno discusso la possibilità di effettuare pattugliamenti congiunti nella zona costiera e di istituire zone di protezione marine. Tuttavia, le vessazioni denunciate dai pescatori filippini hanno smentito l’efficacia della “diplomazia tranquilla” di Duterte nei confronti della Cina.
L’Ufficio filippino per la pesca e le risorse acquatiche ha pubblicato un rapporto il 15 giugno, che ha mostrato ingenti danni alle barriere coralline nelle zone sotto il controllo della guardia costiera cinese. La relazione non ha ritenuto direttamente responsabili i pescatori cinesi, ma ha suscitato rabbia tra molti filippini.
Lucia Giannini