FILIPPINE. PacMan si candida e Duterte si ritira

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Dal ring del Madison Square Garden di New York all’agone politico filippino. La star della boxe e senatore filippino Manny Pacquiao il 1 ottobre è diventato il primo concorrente a presentare la propria candidatura per le elezioni del prossimo anno per succedere al presidente Rodrigo Duterte. Il 42enne Pacquiao aveva annunciato in precedenza il suo ritiro dalla boxe, ponendo fine a una carriera scintillante che lo ha visto vincere titoli mondiali in otto diverse divisioni e lo ha elevato allo status di eroe nazionale, riporta Nikkei.

L’annuncio di Pacquiao non ha sorpreso più di tanto le Filippine; Pacquiao infatti, è ormai un veterano nella politica del suo paese essendo da oltre 10 anni, prima membro della Camera dei rappresentanti per il Distretto di Sarangani (estremo sud delle Filippine) e attualmente Senatore della Repubblica. Questa volta, tuttavia, la sfida appare proibitiva: la sua candidatura è sostenuta da una fazione minoritaria del PDP-Laban, partito più importante del Paese che è anche il partito del Presidente in carica, il controverso Rodrigo Duterte.

Duterte alla scadenza del mandato nel giugno 2022 non potrà ricandidarsi alla guida del paese, perché la Costituzione prevede un solo mandato di sei anni.

La sua scelta ha reso difficile per la fazione maggioritaria del partito trovare un valido candidato presidente, il candidato presidente, Christopher «Bong» Go, si rifiuta di correre con il fiato del boss alle spalle. Il partito lo invita a ripensarci, ma intanto valuta la possibilità di puntare per le presidenziali sulla figlia del leader uscente, la popolarissima Sara Duterte-Carpio, che con l’uscita di scena del padre potrebbe avere la strada spianata per la candidatura.

La discesa in campo di PacMan (com’è soprannominato dai suoi fan), rende la sfida molto interessante, tuttavia non cambia di molto la piattaforma politica del paese. Pacquiao, infatti, da senatore ha sempre sostenuto una piattaforma cristiano conservatrice: critico contro Barack Obama, contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alla comunità LGBT, si è inoltre schierato a favore della pena di morte, avendo dunque una proposta politica non dissimile da quella di Rodrigo Duterte.

Pacquiao punta attualmente a criticare il governo per la Gestione della pandemia da Covid, ma il Pugile è inviso a parte dell’elettorato per la sua scarsa partecipazione alle sedute del Parlamento filippino, infatti attualmente detiene il record di assenteismo stabilito nel 2014 con sole 4 presenze in un anno.

Salvatore Nicoletta