FILIPPINE. Duterte punta anche su Pechino per la lotta al terrore

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Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha dichiarato di voler inviare truppe in Cina per addestrarle alla lotta contro il terrorismo, nonostante le preoccupazioni suscitate dalla presenza di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. Duterte ha detto che c’era la necessità di “bilanciare” la formazione dei soldati filippini, che hanno un forte legame con l’esercito statunitense. 

Come riporta The Philippine Star: «La maggior parte dei soldati filippini (…) sceglierà subito l’America. Hanno forgiato già un tale legame», ha detto Duterte in occasione di un evento che celebra il XX anniversario del Chinese-Filipino Business Club a Manila.

«Il mio suggerimento è che il prossimo gruppo dovrebbe andare direttamente in Cina (…) così ci può essere un equilibrio (…) Sono sicuro che c’è un’accademia lì per addestrare buoni soldati cinesi professionisti. Forse la Cina può forse ospitare anche loro e lasciare che li (…) non per combattere gli americani, ma il terrorismo». La proposta è stata accolta con ottimismo dagli esperti militari cinesi, che hanno affermato che avrebbero aiutato la spinta di Duterte a riequilibrare i legami tra Stati Uniti e Cina, nonché a consolidare il suo controllo sui militari. Ma nelle Filippine, la proposta è stata accolta freddamente, perché il legame militare di lunga data con gli Stati Uniti non sarebbe compatibile con la formazione cinese.

La mossa di Duterte si inserisce nelle crescenti tensioni nelle contestate acque del Mar Cinese Meridionale, visti gli sforzi di Pechino di sfidare il dominio degli Stati Uniti nelle acque contestate, riporta Scmp.

Pechino avrebbe ampliato i suoi collegamenti di comunicazione e intelligence militare su diverse isole artificiali della zona. Filippine e Cina, in un simile quadro, potrebbero iniziare con la cooperazione nella lotta contro il terrorismo, prima di ampliare la loro cooperazione militare, aiutando il presidente filippino ad incrementare il suo controllo sulle forze armate, eccessivamente legate agli Usa, riporta il quotidiano di Hong Kong.

Nel 2017, la Cina ha donato migliaia di armi da fuoco del valore di circa 50 milioni di yuan per aiutare Manila nella sua battaglia contro Isis a Marawi.

L’ambasciatore cinese nelle Filippine, Zhao Jianhua, ha affermato all’epoca che «la Cina vorrebbe esplorare la possibilità di una formazione congiunta, di uno scambio di intelligence e di esercitazioni militari congiunte nel settore della lotta al terrorismo». Duterte ha detto che la proposta non significava che Manila avrebbe tagliato i legami con il suo alleato tradizionale, gli Stati Uniti, che ha precedentemente accusato di interferire con le questioni interne delle Filippine: «Cerchiamo di essere molto chiari su questo: siamo in buoni rapporti con l’America. Termini speciali, alleanza militare, ecco perché non possiamo entrare in un’altra alleanza militare con nessun paese perché ce n’è uno solo (…) Le Filippine ora stanno puntando verso la Cina. Ma manteniamo buone relazioni. Abbiamo questo patto di difesa, lo onoreremo, non so quando. Ma se andiamo alla guerra, tutto si scatena», ha detto Duterte al Club di Manila, riferendosi al Trattato di Mutua Difesa tra Manila e Washington.

Luigi Medici