Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha detto che i prossimi a essere presi di mira saranno grandi cartelli della droga; un fatto che avrà soddisfatto i “cuori sanguinanti” e gli stati occidentali che interferiscono nella guerra alla droga, fissati come sono sull’alto tasso di mortalità della sua esecuzione. In un discorso televisivo, ripreso dal South China Morning Post, Duterte ha letto un memorandum con cui ha messo a capo della guerra a droga l’Agenzia filippina antidroga, Pdea, e ha criticato le interferenze straniere.
Duterte ha puntato il dito su un gruppo di parlamentari europei e sui gruppi della società civile, alcuni dei quali hanno avvertito le Filippine che rischiava di perdere i privilegi commerciali a causa di presunti abusi della polizia durante la campagna antidroga. «Non sono più interessato a usare nessun’altra agenzia, tranne che la Pdea (…) questa è l’ultima parola, e forse questo sarebbe sufficiente per gli stupidi ragazzi dell’Unione europea, tutti concentrati su quante morti».
L’Amministrazione Duterte ha detto che era giunta l’ora che si puntasse ai “pesci grandi”, tralasciando le operazioni di strada per andare a caccia delle grandi reti e dei fornitori di stupefacenti. La polizia, quindi, ha sciolto tutte le 18 unità antidroga regionali, la Pdea avrebbe proprio l’obiettivo quindi di colpire i pezzi grossi dei cartelli della droga e i loro protettori nel governo. ll cambiamento strategico nella guerra alla droga arriva in un momento difficile per Duterte, che sebbene ancora molto popolare, ha visto un forte calo di consenso.
A livello politico internazionale, Duterte era furioso nel suo discorso contro gli europei che avevano minacciato le Filippine della perdita della sua adesione all’Onu; Duterte ha preso di mira le potenze occidentali colonizzatori, che hanno scatenato guerre,”rubato” il petrolio dal Medio Oriente, e ora dicono che da questi paesi arriva il terrorismo sulle loro coste; nel suo discorso Duterte ha minacciato che avrebbe tagliato tutti i loro legami con le Filippine ed espulso i loro ambasciatori in 24 ore; ha aggiunto che le sue nuove alleanze con la Russia e la Cina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, manterranno le Filippine all’interno delle Nazioni Unite.
Tommaso dal Passo