FILIPPINE – Manila 06/05/2016. Rodrigo Duterte, soprannominato “The Punisher” per la sua tolleranza zero nei confronti del crimine, promette di risolvere l’insicurezza e la corruzione dilagante nelle Filippine se vincesse le elezioni presidenziali del 9 maggio.
Duterte, 71 anni, membro di uno dei potenti clan politici che governano l’arcipelago, è nato nella provincia di Leyte e ha conseguito una laurea in legge e scienze politiche. Nel 1988 è stato eletto sindaco di Davao, sull’isola meridionale di Mindanao; divenne famoso per i suoi modi spicci e diretti che spesso hanno creato forti polemiche; è stato sindaco di Davaoì, cin diversi mandati e intervalli, causati dai limiti di legge, per 22 anni. Davao è una città di 1,4 milioni di abitanti, durante il suo mandato vennero ridotti notevolmente i reati e però venne incrementato il riconoscimento dei diritti delle minoranze, compresa la minoranza indigena dei Lumad e della comunità musulmana che adottò un modello di rappresentazione politica ora riprodotto in altre città a livello nazionale. Nei ritratti politici dell’epoca, riporta Efe, e nelle foto Duterte è ritratto con la pistola in mano mentre pattuglia le strade assieme ai poliziotti, comportamento che gli è valso il soprannome di “Dirty Harry”, come il personaggio interpretato da Clint Eastwood. Non tutto fu roseo, però: le ong per i diritti umani, riporta l’australiano Abc, narrano dell’aumento delle uccisioni degli spacciatori di droga e dei criminali da parte di gruppi di vigilantes, fioriti durante il suo mandato, tanto che nel 2009 è stato accusato dalle Nazioni Unite di «non aver impedito le uccisioni e di averne suggerito il sostegno pubblico». Duterte “The Punisher” difende infatti le «esecuzioni sommarie di criminali come il più efficace modo per lottare contro il traffico di droga e il crimine», tanto che nel 2015 aveva annunciato che se fosse diventato presidente 100.000 criminali nelle Filippine potrebbero perdere la vita. L’opposizione politica alla sua elezione presidenziale minaccia un colpo di stato se vincesse viste le minacce di abolizione del Congresso o di creare un governo rivoluzionario per riscrivere la costituzione. Una delle voci politiche dei militari, senatore Antonio Trillanes , egli stesso ex ufficiale della marina, ha detto che nel mondo militare filippino molti gli sono «fortemente contrari» per i suoi legami di lunga data con i comunisti, e che un colpo di stato è «molto probabile». Duterte, che ha fatto vivere a Davao un lungo periodi id pace politica con i comunisti, ha offerto alla leadership comunista posizioni nel suo governo. Il presidente uscente Benigno Aquino, che non può ricandidarsi, si è detto più volte preoccupato della possibile dittatura sotto Duterte.