Santos pronto a parlare con il capo delle Farc

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COLOMBIA – Bogotà 28/08/2013. Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha confermato di considerare un’incontro con il leader delle Farc, Timochenko, per accelerare i colloqui volti a porre fine a 50 anni di conflitto, ma ha comunque avvertito che il governo continuerà la guerra se verrà rifiutato ciò che viene concordato al tavolo dei negoziati.

Santos, che ha iniziato i colloqui di pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia nel novembre 2012, ha detto il 27 agosto, che il tempo per la pace è «ora o mai più», ma ha ribadito che eventuali accordi negoziali devono essere ratificati da un voto popolare.

In un’intervista con una radio locale, Santos ha detto che è disposto a incontrare Timochenko, il cui vero nome è Rodrigo Londoño, per ricercare una via per la pace in modo che la Colombia possa andare verso una fase di stabilità e di sviluppo economico. «Penso che questo sia il processo più importante che la Colombia possa avere davanti e, se avrà successo, si tratta della cosa più importante per la Colombia nella sua storia recente», ha detto Santos a W Radio, riferendosi ai colloqui in svolgimento a Cuba. «Quindi, se ci fosse bisogno ad un certo punto, per il successo del processo, che si svolga un incontro, io non lo escludo a priori», ha risposto ad una domanda diretta su un incontro con il leader delle Farc.

Più di tre dozzine di comandanti Farc sono a Cuba a lavorare su un’agenda di cinque punti per dichiarare poi la fine del conflitto che ha ucciso più di 200mila persone dal suo avvio nel 1964. La guerra vede scontrarsi le Farc e un gruppo più piccolo, l’Eln, contro le truppe governative e gli illegali squadroni della morte paramilitari. Timochenko non partecipa personalmente parte ai negoziati e la sua esatta ubicazione è sconosciuta. Si pensa che possa nascondersi in Venezuela per coordinare le attività belliche.

Santos, a fine agosto, ha inviato una proposta di legge al Congresso che per ratificare eventuali offerte firmate a L’Avana è necessario un referendum che potrebbe coincidere con le elezioni nazionali del prossimo marzo o maggio. Tuttavia le Farc hanno rotto di punto in bianco le trattative chiedendo una riforma costituzionale e la fine dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Santos non deve vedersela solo con un’opinione pubblica che esige risultati ma anche dall’ex presidente Alvaro Uribe, che sta facendo una campagna contro i colloqui di pace, definiti «una perdita di tempo» perché fatti con malviventi e narcotrafficanti ed ha formato un suo partito, il Centro Democratico che sta erodendo spazi al presidente uscente.