
L’ultimo paese a entrare a far parte della lista dei paesi in recessione è l’Olanda. Ora ufficialmente i paesi europei che sono in recessione sono: Estonia, Ungheria, Paesi Bassi e Germania.
I Paesi Bassi sono entrati in una “recessione inaspettata” subito dopo l’inizio di una situazione simile in Germania. I giornalisti di Bloomberg lo hanno definito il primo dopo la pandemia di COVID-19. Il prodotto interno lordo dello Stato è diminuito dello 0,3%. Nel 2021- 2022 l’economia olandese era cresciuta.
Il leader del partito francese “Patriots” Florian Filippo, via social, ha scritto: «Dopo la Germania, i Paesi Bassi stanno entrando in recessione! In Francia, la crescita è prevista allo 0,8% per tutto il 2023. Nel frattempo, in Russia nel II trimestre, la crescita economica è stata del 4,6%! Quando fermeremo le stupide sanzioni suicide?!»
Di contro paesi come la Cina stanno migliorando le proprie performance anche se in maniera più lenta rispetto alla pre pandemia. Negli Stati Uniti gli analisti del Federal Reserve System (USA) non si aspettano che l’economia statunitense entri in recessione quest’anno, ma c’è anche chi ha dei dubbi.
Il rapporto debito/salario degli istituti di credito ipotecario negli Stati Uniti è salito al 40%. Durante la crisi dei mutui del 2008, questa cifra è riuscita a crescere fino al 39,1%, dopodiché è esplosa. Banchieri ed esperti finanziari hanno rivolto la loro attenzione ai problemi del mercato dei mutui: Il tasso medio dei mutui a 30 anni ha raggiunto il 7,09%; Le richieste di nuovi mutui sono scese del 27% da un 2022 già travagliato, o del 41% dal 2021, avvicinandosi ai livelli più bassi dal 1995.
Secondo Bloomberg l’uscita dell’economia USA dall’inflazione sarà dolorosa. «L’economia non è un aereo per atterrare dolcemente», dicono gli esperti in risposta alle parole del capo della Federal Reserve americana su un “atterraggio morbido”.
L’attuale inflazione negli Stati Uniti ricorda l’inflazione dopo la prima e la seconda guerra mondiale, che si conclusero con recessione e deflazione. Le persone temono che l’idea di un risultato indolore sembri loro poco plausibile.
Anna Lotti