Europa orientale tra UE e Russia

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LITUANIA – Vilnius. 02/12/13. A pochi giorni dal summit che ha visto riuniti i paesi UE e dell’Europa orientale a Vilnius, il 29 novembre, Georgia e Moldova esultano per gli accordi di libero scambio siglati con l’Unione europea, punto chiave nel loro cammino verso l’adesione in blocco dei 28 paesi. Ora però i due Paesi temono ritorsioni da parte della Russia.

Il Cremlino nelle scorse settimane ha svolto un’azione di pressione sui Paesi che avevano intenzione di siglare accordi con l’Unione Europea. L’unico Paese a cedere è stata l’Ucraina. Il presidente ucraino Viktor Yanukovich a pochi giorni dalla sigla si è ritirato, suscitando le ire degli ucraini europeisti, ancora in piazza per chiedere le sue dimissioni. Non a caso, a poche ore dalla cerimonia europeista il primo ministro della Moldova Leanca, ha esortato Mosca a non interrompere il dialogo con Chisinau. «Speriamo di continuare il nostro buon dialogo con i nostri colleghi a Mosca». Ha dichiarato il presidente del Parlamento, Yuri Leanca. Medvedev avrebbe incontrato il primo ministro della Moldova nelle settimane scorse e il sentore è che Mosca chiuderà i rubinetti alla fine dei giochi olimpici di Sochi.
Ma a deludere, secondo l’Unione europea, è l’atteggiamento di Mosca e quello di Kiev. Secondo il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso «i tempi della sovranità limitata sono finiti in Europa». Il ministro georgiano per l’integrazione europea ed euro-atlantica, Alexi Petriashvili, è più ottimista rispetto al collega Moldavo. «Le affermazioni dure dell’UE suggeriscono che l’Unione europea farà tutto il possibile per proteggere entrambi i Paesi da possibili ritorsioni russe». Secondo la Georgia se l’atteggiamento della Russia dovesse continuare «i membri dll’Unione avranno una risposta molto chiara e ferma per mostrare la volontà di adottare misure concrete per sostenere ogni paese colpito» ha detto Alex Petriashvili alla testata Azattyq.

Quello che gli ottimisti georgiani non considerano è che al momento la Russia è il maggior fornitore di gas all’Europa e quindi nel lungo periodo, finché non si cambierà fornitore di gas, il Cremlino alzerà la voce non solo sulle ex repubbliche sovietiche ma anche sul Vecchio Continente e non saranno in molti a levare gli scudi.

Di certo tra i due paesi quello più soggetto alle pressioni russe è la Moldova. Secondo il politologo moldavo Arkady Barbarossa, la Russia può usare molte leve contro la Moldavia: in primo luogo «il gas russo da cui dipende la Moldova al 95-97 per cento, l’accesso al mercato russo, in quanto l’embargo sulle merci moldave danneggia notevolmente l’economia paese e può essere molto dannoso per il futuro». Arkady Barbarossa ha detto che la Russia può anche imporre restrizioni all’entrata delle rimesse moldave dei lavoratori migranti che rappresentano un terzo del prodotto interno lordo della Moldavia.

Jose Manuel Barroso durante il summit di venerdì scorso ha dichiarato: «l’avvicinamento dell’Europa Orientale alla UE è un processo per qualcosa e non contro qualcuno», con chiaro riferimento alle pressioni russe sui paesi dell’Europa orientale.
La Russia però, negli ultimi tempi ha impostato una politica che non vuole né partner né alleati. Questi, almeno, sono i rumors dei circoli di esperti filogovernativi che vedono il partenariato dell’Europa orientale come una sfida alla Russia.