Euro? No grazie!

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La voglia di euro sembra essersi congelata in molti Paesi europei che sarebbero dovuti entrare nel corso del 2013. Una fuga dettata dalla recessione e dalle difficoltà finanziarie in cui si muove l’Unione e dalle crescente ostilità interna di molti Paesi candidati.

La Bulgaria ha bloccato l’iter di adesione alla zona euro vista la situazione di crisi che vive l’Unione.

A dare la notizia è il premier bulgaro, Boyko Borisov, assieme al ministro delle Finanze, Simeon Djankov sulle colonne del Wall Street Journal il 3 settembre. I due hanno motivato la decisione legandola alla crisi del debito e alla pesante recessioneche affligge l’Ue, unita alla crescente opposizione interna. «Al momento non vedo benefici ma solo i costi» ha detto Djankov, aggiungendo che «è troppo rischioso per noi e non sono neanche certe le regole del gioco o quelle che lo saran o tra un anno o due». Nel gennaio 2010 lo stesso Borisov aveva annunciato che la Bulgaria avrebbe aderito all’eurozona nel 2013. la Bulgaria ha già oggi tutti i requisiti economici per aderire all’euro, dopo aver ridotto il deficit di bilancio del 2,1% nel 2011, molto sotto il livello del 3% stabilito nel Patto di stabilità e sviluppo; inoltre il “peso” del suo deficit risulta essere uno dei più bassi d’Europa (17,5%), un dato che ha permesso di includere il Lev (la moneta bulgara) in un paniere finanziario che include anche l’euro ma non è entrata nell’Erm II (European exchange rate mechanism). Usualmente, i Paesi che intendono entrare nell’eurozona devono stare almeno due anni nell’Erm II, condizione che è stata allentata a causa della crisi. Secondo Borisov, «a breve si aprirà una nuova linea di frattura in Europa: troppi governi non hanno il coraggio di fare ciò che deve essere fatto». Contemporaneamente sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha detto che anche la Polonia sta valutando di bloccare l’adesione. L’economia polacca è una dele economie in crescita dell’Ue (la terza) e nonostante le previsioni negative, è una delle poche economie Ue a non essere colpita dalla recessione.

A Bulgaria e Polonia si unisce la Lituania, la cui domanda era stata bocciata nel 2006. L’ultima ad entrare è stata l’Estonia nel 2011. AL contrario a Regno Unito e Danimarca è stato chiesto di entrare nell’eurozona in virtù della loro appartenenza all’Ue, mentre la Lettonia deciderà all’inizio del 2013.